L’ex giudice Palamara, da poco radiato dalla magistratura, annuncia la sua discesa in politica. Lo abbiamo raggiunto durante la presentazione della sua candidatura alle suppletive per un seggio alla Camera.
Pochi giorni fa la notizia della sua radiazione dalla magistratura, ieri la conferenza stampa di candidatura per un seggio alla Camera dei Deputati. Una scelta repentina e per alcuni versi sorprendente, per Luca Palamara: l’ex giudice, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura ed ex presidente dell’ANM ha deciso di presentarsi alle elezioni suppletive per il posto rimasto vacante alla Camera dopo la nomina della deputata Emanuela Del Re a rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel. Palamara si candida nel collegio di Roma Monte Mario – Primavalle con un proprio simbolo e con le idee chiare, almeno su un punto: al centro della sua proposta infatti c’è la Giustizia e la sua riforma, anche attraverso il referendum sostenuto da Radicali, Lega e Forza Italia.
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Ed è proprio sul tema della giustizia che risponde all’inizio dell’intervista: “La riforma Cartabia è un tentativo“ spiega Palamara, sollecitato dalla domanda. “Un tentativo di dare all’Europa una risposta alla richiesta di processi più veloci. Si tratta di un compromesso tra le forze politiche che ha generato un primo passo che necessita però di ulteriori accorgimenti. Ma sopratutto quello che serve sono gli investimenti nel mondo della giustizia”.
Diversa la riflessione sul referendum: “Si tratta di temi diversi rispetto alla riforma Cartabia, che riguardano l’assetto della magistratura all’interno dello stato. Temi sui quali ormai si è diffusa tra i cittadini una volontà di verità e di giustizia. Questioni sulle quali penso sia necessaria una riflessione ed un confronto che coinvolga tutta la popolazione”.
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Infine, la decisione di scendere in politica, in funzione anche del sostegno al referendum. Si potrebbe dunque pensare che lo sguardo di Palamara sia rivolto proprio a quelle forze – Radicali, Lega e Forza Italia – che hanno espresso un sostegno alla proposta referendaria: “Ci sono delle forze politiche che hanno sposato la causa dei referendum, certo. Io voglio scendere in campo anche per rafforzare la battaglia referendaria, per coinvolgere i cittadini su temi sensibili e per spronare la politica verso una riforma della giustizia. Non c’è preclusione nei confronti di un partito o di un altro: parliamo di un tema che può suscitare l’interesse di tutti, a partire proprio dai cittadini. Per questo mi metto a disposizione”.