Il messaggio di Washington per il neo presidente Raisi è molto chiaro. Gli Stati Uniti esortano l’Iran a tornare al tavolo del negoziato sul nucleare. Solo questo potrebbe evitare le dure sanzioni.
Washington esorta il nuovo presidente iraniano, Ebrahim Raisi, a “tornare rapidamente al tavolo del negoziato” sul nucleare. Gli Stati Uniti ritengono il negoziato “una priorità urgente” tornare sul Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa). L’accordo che Teheran, i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania e l’Unione europea hanno raggiunto sul nucleare a Vienna del 14 luglio 2015.
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Il portavoce del Dipartimento di stato, Ned Price, ha fatto presente che se Raisi è “determinato ad ottenere la revoca delle sanzioni” deve mantenere aperto il negoziato. Perché “proprio questo è sul tavolo a Vienna, dove si tengono i colloqui. Esiste un regime di sanzioni rigido e completo contro l’Iran. Resterà in vigore a meno che non otterremo un reciproco ritorno al rispetto del Jcpoa“. Price ha quindi esortato il neo presidente iraniano Raisi a tornare al negoziato “per cercare di concludere il lavoro”. “Il nostro messaggio a Raisi è lo stesso del nostro messaggio ai suoi predecessori. Gli Stati Uniti difenderanno e promuoveranno i propri interessi di sicurezza nazionale e quelli dei loro alleati“.
Washington intima Raisi a tornare al negoziato sul nucleare
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Il dipartimento di Stato di Washington auspica che Teheran “colga ora l’opportunità di promuovere soluzioni diplomatiche”, poiché il processo “non può continuare indefinitamente”. “L’opportunità di ottenere un reciproco ritorno al rispetto del Jcpoa non durerà per sempre. Andando avanti, i benefici per la nostra sicurezza nazionale che deriverebbero da un reciproco ritorno al rispetto” dell’accordo “cominceranno ad essere indeboliti dai progressi che l’Iran può compiere nel frattempo“.