Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri illustra su Facebook le prossime mosse del governo per far fronte a un rinforzamento del Servizio sanitario nazionale. Tante le misure in programma, che però non bastano a placare le preoccupazioni di alcuni esperti e lavoratori del settore. Così, si rischia di passare nuovamente accanto al reale nocciolo della questione: per rallentare l’introduzione di nuove chiusure e per evitare un numero alto di morti, oltre al vaccino, serve rinforzare il sistema sanitario nazionale. E serve farlo rapidamente.
In un dibattito pubblico tutto incentrato sulla polarizzazione Green Pass sì / Green Pass no, si rischia – nuovamente – di passare accanto al problema: il vaccino riduce il rischio di casi gravi della malattia, oltre a ridurre il rischio di poter contagiare qualcun altro, ma non lo abbatte per tutti, soprattutto in presenza del dilagare della variante Delta. Cosa si fa, allora, mentre si aspetta di raggiungere quella soglia di vaccinati che permette di tirare un sospiro di sollievo sul numero di ospedalizzazioni? Cosa si farà, in caso di sviluppo di ulteriori varianti? Non si tratta di un’ipotesi tanto improbabile, se si pensa che mentre in Europa si discute delle modalità di applicazione di Green Pass, un intero continente – come l’Africa – resta appiccato a un 3,5% di vaccinati con almeno una dose. La nascita di varianti più pericolose, in grado di “bucare” la copertura vaccinale, non è dunque tanto improbabile. E questo è il primo nodo rimosso che, inspiegabilmente, i Paesi ricchi del mondo si ostinano a non voler guardare. Il secondo rimosso riguarda ciò che si può fare in attesa di una maggiore e più larga diffusione del vaccino. La risposta è sempre la stessa, da due anni: rinforzare il servizio sanitario nazionale. Un progetto al quale il governo sta lavorando su più fronti.
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, infatti, avrebbe annunciato su Facebook una serie di misure che dovrebbero consentire un rilancio della sanità italiana: “Ho accolto con piacere gli esiti della seduta odierna della Conferenza Stato-Regioni dove, tra l’altro, si è discusso di alcuni temi sanitari che mi stanno particolarmente a cuore“. In particolare, “è stato approvato l’Accordo che disciplina la determinazione del fabbisogno per l’anno accademico 2021/2022 dei laureati delle professioni sanitarie: un provvedimento che consentirà di rinforzare in un prossimo futuro il nostro Servizio sanitario nazionale“.
Inoltre, Sileri riferisce un parere favorevole “anche allo schema di Decreto ministeriale che, in attuazione a quanto previsto dalla Legge di Bilancio, definisce sia il contributo per l’accesso alle prestazioni di cura e diagnosi dell’infertilità sia la ripartizione del Fondo di 5 milioni per il sostegno alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita. Si tratta di un aiuto importante e concreto per le coppie che intendono avvalersi di queste tecniche, soprattutto per quelle che risiedono in Regioni dove tali prestazioni non sono ancora inserite nei Livelli essenziali di assistenza”. A questo si aggiungerebbe anche la delineazione dei “criteri attraverso i quali verranno ripartire le risorse destinate alla realizzazione del registro tumori regionale e per l’implementazione della Rete nazionale dei registri dei tumori”. Insomma, stando a quanto riportato da Sileri, l’Italia andrebbe incontro a una sua ristrutturazione del sistema sanitario nazionale procedendo su più fronti. Ma basterà?
Leggi anche: Green Pass obbligatorio da oggi. Da settembre anche per scuola e trasporti
Quanto riportato dal sottosegretario sta effettivamente avvenendo: il servizio sanitario nazionale ha deciso di mettere in palio 17.400 borse di studio per consentire a giovani laureati in medicina di specializzarsi attraverso il tirocinio negli ospedali. In questo modo si intende anche ricoprire la mancanza di personale resa evidente dall’emergenza pandemica attraverso contratti a tempo determinato, usufruendo anche dei fondi del Pnrr (che prevede 740 milioni per la formazione). E a proposito di Pnrr, è Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, a fornire al Corriere la portata delle mancanze italiane: “Al di là del vuoto formativo che penalizza tanti giovani laureati che rimangono nel limbo, è vero che molti medici specializzandi sono stati chiamati in trincea con contratti a tempo determinato. Ma bisognerebbe fare meglio i conti su quali professionisti davvero servono. E’ presto fatto: “Attualmente mancano 25mila specialisti e 8mila medici di famiglia. Gli specialisti più richiesti sono gli anestesisti, i radiologi, i cardiologi, gli ortopedici, i chirurghi, i ginecologi e gli addetti alla medicina e chirurgia d’urgenza”.
Su questo pesa anche l’esodo oltre confine, che spinge i medici a recarsi in Paesi economicamente e tecnologicamente più attraenti: “Per rendere il nostro sistema più ‘attraente’ è importante dunque anche modernizzare gli ospedali con i 7 miliardi che sono stati destinati dal Pnrr e valorizzare di più questa professione così fondamentale” conclude Magi. A questo si aggiunge, ricorda il presidente dell’Ordine dei medici Magi, “che entro il 2026 un esercito di medici andranno in pensione: 55 mila specialisti e 30 mila medici di famiglia, un esodo davvero importante da colmare. Anche perché il Covid ha provocato diverse richieste di anticipo della pensione”.
Leggi anche: Le critiche di Salvini al governo Draghi: cosa ha in programma per l’estate?
E basta passare rapidamente in rassegna i numerosi appelli lanciati dalle corsie per capire che il quadro delineato da Magi non è troppo distante dalla realtà. E’ recente l’allarme lanciato ad esempio dalla Fimmg Toscana, la Federazione italiana medici di medicina generale, che fa sentire la sua preoccupazione per la carenza di personale in guardia medica: “Non sappiamo più come andare avanti e i pochi professionisti che continuano a fare questo mestiere sono allo stremo. Il carico di lavoro è enorme e sempre più spesso uno stesso medico si trova a occuparsi contemporaneamente anche di sei Comuni diversi, distanti chilometri e con 120 mila abitanti totali. Una vera follia che ha inevitabili ripercussioni sui cittadini, giustamente arrabbiati perché non possono più contare sulle attenzioni di cui avrebbero bisogno”, denuncia il segretario regionale Alessandro Bonci a la Repubblica.
Oppure, basti pensare ai rischi che eventuali nuovi investimenti potrebbero portare con sé se non applicati con criterio. In questo caso le preoccupazioni dei sindacati arrivano dalla Liguria, dove mercoledì 4 agosto è stato presentato il piano di rilancio del sistema sanitario regionale, intitolato Restart Sanità Liguria. Il piano prevede 64 milioni di euro di investimenti (24 già disponibili per il quarto trimestre 2021, mentre i restanti saranno stanziati nella prossima legge di Bilancio), destinati esclusivamente alla sanità pubblica. Eppure i sindacati alzano gli scudi, preoccupati della declinazione che questi investimenti potrebbero assumere: “Il progetto Restart rischia di essere un’occasione mancata per avviare nella nostra regione un nuovo modello della sanità ligure”, dichiarano Fulvia Veirana, Luca Maestripieri e Mario Ghini, segretari generali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil Liguria.
Leggi anche: Migranti, il pressing del governo: Lamorgese chiede cambio di passo all’Ue
“La presentazione annuncia stanziamenti cospicui in sanità che rischiano di essere focalizzati in gran parte su ulteriori privatizzazioni. Nessun cenno alle assunzioni dei lavoratori nella sanità pubblica e nessuna progettazione del potenziamento della sanità territoriale, che, come ci ha insegnato il Covid, è lo strumento migliore per garantire buona sanità“. Per questo i sindacati chiedono un immediato confronto confederale. Insomma, al di là del merito delle preoccupazioni (che possono essere giustificate o meno, di caso in caso), il quadro generale appare sempre più chiaro: mentre si decide legittimamente di premere il pedale dell’acceleratore sul vaccino, dalle corsie chiedono ancora, per l’ennesima volta, seri interventi strutturali su personale e strutture pubbliche e di territorio. Dopo due anni, sarà la volta buona?
Il Torino di mister Vanoli è partito molto bene in Serie A e, nonostante le…
Dai fasti degli anni '90 e dei primi 2000 sembra passata un'eternità. Ormai da più…
Quali sono le aziende che garantiscono il miglior servizio per la luce e il gas…
Anticipazioni sulle prossime puntate della soap di Rai Uno Il Paradiso delle Signore 9: crisi…
Quando si parla di detergere il viso sono molti a commettere errori banali che compromettono…
Le anticipazioni sulla puntata del 15 ottobre di Temptation Island rivelano diversi colpi di scena:…