Attacco hacker, dipendente hackerato: «Siti porno e password vendute? È tutto falso»

Parla il dipendente della Regione Lazio a cui è stato «bucato» l’account: «Mi sento emarginato, sono spaventato. Così è iniziato l’incubo».

A distanza di pochi giorni dall’attacco hacker che ha colpito i sistemi informatici della Regione Lazio, parla il dipendente a cui gli hacker hanno «bucato» l’account. Si chiama Nicola, ha 61 anni e lavora nella sede della Regione Lazio di Frosinone. Nicola racconta di sentirsi abbandonato: «Il Presidente Zingaretti non mi ha chiamato e neanche il mio capo ufficio lo ha fatto. – racconta rammaricato il 61enne – Da una settimana mi sento come isolato, emarginato. Solo due o tre colleghi si sono avvicinati per farmi coraggio, per chiedermi come sto. Sono spaventato» ammette.

Le accuse

Negli ultimi giorni si è parlato di probabili visite a siti porno o della possibilità di aver venduto le password. Nicola, però, non ci sta e respinge tutte le accuse che gli vengono fatte. «La polizia postale potrà vedere tutti i movimenti che ho fatto. – afferma Nicola – Troverà anche qualche foto, ma niente di compromettente: cene con amici, immagini di mia moglie». E sulla questione password vendute, afferma: «Nemmeno per un milione di bitcoin e sì che ci sistemerei la famiglia»

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Il 61enne non riesce a darsi risposte e a capire come sia stato possibile: «Sto sempre molto attento alle email farlocche – dice – Le cestino direttamente. Sabato 31 luglio di notte dormivo e domenica primo agosto ho lavorato da casa nel pomeriggio». Aggiunge: «Ricordo che on avevo neppure il computer in carica, poi intorno alle 19:30 ho chiuso tutte le piattaforme e ho spento. Poi, il lunedì mi hanno chiamato dalla Regione: hanno bucato il suo account, spenga subito il computer. Così è iniziato l’incubo» conclude il dipendente della Regione Lazio.

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