Cosa sta succedendo in Afghanistan dopo il ritiro delle forze Nato

Avanzata dei talebani, operazioni militari russe, civili in rivolta. Il Paese è nel caos più totale. Ed tutto questo è già costato tantissimo

Dopo l’inizio della fase di ritiro delle truppe occidentali dal Afghanistan, il Paese sta lentamente e drammaticamente tornando sotto il controllo dei talebani. L’offensiva del movimento religioso e militare sta coinvolgendo diverse cittadine ma si registrano anche significative iniziative della popolazione di ribellione nei confronti del ritorno degli occupanti. Il ritiro sta avendo come prima conseguenza la grande fuga dall’Afghanistan e creando una grande folla di nuovi profughi diretti fuori dal Paese e con destinazione l’Europa, passando dalla Turchia.

In questa fase di grande confusione, la Russia prova ad approfittarsi degli scontri e del vuoto lasciato da Stati Uniti e alleati (tra cui anche l’Italia) mettendo in campo più di 2.500 militari che al momento sono impegnati nelle manovre militari nelle zone al confine con il paese, nella regione di Khatlon in Tagikistan. La Russia è anche preoccupata che l’avanzata dei talebani possa creare disordini nei paesi da essa controllati.

L’AVANZATA DEI TALEBANI

Il mese scorso l’Italia, in accordo con gli Usa e le altre nazioni alleate, ha scelto il ritiro delle proprie truppe dall’Afghanistan dopo 20 anni di presenza militare nel territorio, iniziata all’indomani dell’attacco terroristico alle Torri Gemelle del 2001. Non a caso la data per il ritiro definitivo è stata stabilita da Joe Biden per il 21 settembre 2021, in concomitanza con l’anniversario della tragedia americana. In seguito a questa scelta, i talebani hanno potuto avanzare quasi incontrastati nella riconquista del Paese e proprio ieri hanno rivendicato l’attacco contro la residenza del ministro della difesa, Bismillah Mohammadi, quando un kamikaze si è lanciato con un’autobomba, causando almeno 8 morti e 4 feriti ma lasciando salvo il ministro.

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L’obiettivo talebano è quello di ottenere il controllo del sud dell’Afghanistan, dove le milizie hanno conquistato già riconquistato 9 dei 10 distretti del capoluogo provinciale di Helmand, Lashkar Gah. Inoltre i talebani credono di poter usare la leva militare per ottenere concessioni politiche dagli americani e dall’attuale governo afgano.

I COSTI DELLA GUERRA IN AFGHANISTAN

Abbiamo raccolto i numeri della più lunga operazione militare mai condotta dall’Italia fuori dai propri confini nazionali dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le cifre sono aggiornate allo scorso anno, prima che il Parlamento decidesse per il ritiro dell’operazione. Secondo i numeri aggiornati al 2020, l’Italia ha speso 8,4 miliardi di euro per i costi militari in Afhganistan, soldi a cui si dovranno aggiungere i non pochi costi di rientro.

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L’anno in cui è stato speso di più fu il 2011, quando la presenza italiana nel paese contava il record di truppe con 4.250 soldati impiegati e gli stanziamenti diretti erano di  circa 914 milioni di euro annui. Numeri cresciuti negli anni se si pensa che all’inizio l’operazione costò 822 milioni con 350 truppe impiegate. Non solo, all’interno dell’enorme cifra vanno calcolati anche i costi di addestramento per le truppe locali. La cifra stanziata per questo è stata di 120 milioni di euro  ogni anno negli ultimi sei anni. Il totale, facile, è di 720 milioni di euro.

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Ma è in termini di vite umane che dobbiamo fare i conti più drammatici: 53 i morti italiani nell’operazione in Afghanistan tra i circa 50mila soldati tricolori passati nel paese dal 2001 a oggi. Per gli Stati Uniti le vittime sono state 2.178, per il Regno Unito 448, nel Canada 157, Francia 88 e  Germania 54. L’Italia si posiziona in questa orrenda classificata dunque al sesto posto.

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