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Cronaca

Laila muore intrappolata nel macchinario, gli ispettori: «Blocco solo manuale»

Laila El Harim, 40 anni, con una figlia di 4, è morta ieri sul lavoro a causa delle gravi ferite riportate. Il rapporto degli ispettori 

Laila El Harim-Meteoweek.com

Ieri mattina nel capannone della Bombonetta, impresa che si occupa di produrre scatole per gelati e pasticceria a Camposanto (Modena), è riecheggiato un urlo che ha lasciato sconvolto chi lavora lì. Si trattava di Laila El Harim, 40 anni, di origini marocchine, mamma di una bimba di quattro anni. La donna, che aveva iniziato a lavorare alle 5:50, è rimasta intrappolata nella fustellatrice, strumento che taglia diversi materiali con estrema precisione. Laila è deceduta per le conseguenze delle ferite causate dalle lame dall’apparecchiatura. Secondo fonti della Cgil modenese il macchinario era stato comprato da poco.

Secondo il rapporto degli ispettori del lavoro, giunti sul posto per i controlli del caso, il doppio blocco automatico della fustellatrice «era azionabile solo manualmente e non automaticamente» e «ciò ha consentito un’operazione non sicura che ha cagionato la morte per schiacciamento». A detta di fonti interne il macchinario sarebbe stato acceso in «modalità manutentiva» e non «lavorativa», come avrebbe dovuto essere, il che vuol dire che i sensori non potevano mettere in moto lo stop automatico in caso di emergenza. Le indicazioni erano scritte su post-it attaccati alla macchina. Laila è andata a finire, quindi, sul nastro trasportatore.

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«Non si può morire così, al lavoro» dice Massimo Tassinari, segretario Cgil di Camposanto. Quando lo hanno avvisato di quanto accaduto, è corso sul posto. L’uomo spiega «che la postazione di Laila era lontana da quella dei colleghi. Penso sia stato difficile intuire, nonostante le sue urla, che occorreva precipitarsi verso il macchinario per premere il pulsante rosso dello spegnimento. Una cosa è certa: non si è trattato di una tragica fatalità».

Laila abitava in Italia da 20 anni, ma lavorava alla Bombonette da pochi mesi. In serata è giunto all’ingresso dell’impresa anche Fiano Setti, proprietario dell’azienda, che piangeva abbracciato al figlio. L’uomo diceva:«è stato un incidente imprevedibile. Laila era solare, sebbene fosse qui da poco sembrava che ci fosse da sempre...».

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