A due mesi circa dal voto amministrativo a Roma, il presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito – passato dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia – traccia un bilancio dell’esperienza amministrativa di Virginia Raggi e della sua maggioranza.
Un rapporto politico interrotto perchè non c’era più sintonia nelle scelte: tra Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina, ed il Movimento 5 Stelle l’allontanamento è stato progressivo ma inevitabile: “Ho cercato di attendere più tempo possibile, ma da anni le scelte del Movimento 5 Stelle non mi convincevano più, sopratutto rispetto a quella che era stata la forza originaria che aveva portato certamente una novità nella vita politica del paese”, spiega intervistato dal nostro Valentino De Luca entrando nel merito del clamoroso allontanamento dal Movimento che lui stesso ha contribuito a diventare primo partito di Roma nel 2016.
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Una decisione politica che è maturata sopratutto in relazione alla direzione che il Movimento 5 Stelle ha intrapreso negli ultimi anni: “E’ iniziato con quel ‘mai con il PD’ nell’agosto del 2019, poi smentito nel giro di qualche giorno. Da quel momento si sono susseguite tutta una serie di ulteriori contraddizioni: la mancata sostituzione del capo politico, la mancata convocazione degli Stati Generali, una serie di passi indietro rispetto a decisioni già prese fino ad arrivare a quella che è la realtà di fatto: il Movimento è appannaggio solo di due persone. Una organizzazione interna non democratica che per me è diventata un problema” aggiunge De Vito.
Inevitabile anche un passaggio sulla sua attuale dimensione politica all’interni di Forza Italia: “E’ oltre un mese che sono entrato nel partito, ho conosciuto l’ambiente, ho conosciuto le persone. C’è un livello alto di preparazione, di competenza, sono molto soddisfatto” commenta il presidente dell’Assemblea Capitolina, la cui esperienza amministrativa potrebbe senza dubbio essere utile al progetto politico per Roma del candidato di centrodestra Michetti.
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Ma sui cinque anni di amministrazione Raggi, nei quali lui è stato senza dubbio centrale nelle dinamiche politiche, quale è la valutazione? “E’ stata una consigliatura complessa che è partita e si è strutturata in un momento difficile, e non solo per Mafia Capitale” risponde. “Ha pesato molto l’eredità che abbiamo raccolto da chi ci ha preceduto: tanti debiti, partecipate in difficoltà, fragilità dei bilanci. Qualche luce e tante ombre, secondo me. Si è cercato” aggiunge “di sistemare, di rimettere a posto. In questo senso lo sforzo è stato importante. I bilanci hanno iniziato ad essere approvati per tempo, non sono stati fatti nuovi debiti, è stata impostata una corretta programmazione finanziaria: tutto questo non avveniva da anni. Troppo poco, però: Non era questo il cambio di passo che si attendeva da questa consigliatura rispetto molti settori strategici: ambiente, rifiuti, manutenzione stradale, commercio, turismo, periferie. In tanti ambiti si è agito con poca attenzione, poca cura, poca capacità di spendere bene i soldi”. Il resto dell’intervista nel video.