È morto ieri, all’ospedale di Bracciano. Achille Lollo, aveva 70 anni, compiuti l’8 maggio. Era tra gli autori del rogo di Primavalle insieme a Marino Clavo e Manlio Grillo, altri due militanti di Potere Operaio.
Con altri due militanti di Potere Operaio, Marino Clavo e Manlio Grillo, che poi si diedero alla latitanza, la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973, diede fuoco alla porta dell’appartamento di Mario Mattei, all’epoca segretario della sezione di Primavalle del Msi, causando la morte di due dei quattro figli di Mattei, Stefano e Virgilio, di 8 e 22 anni. Achille Lollo era scappato in Brasile con l’aiuto del Soccorso rosso dopo la condanna in I grado, era poi rientrato in Italia nel 2010, alcuni anni dopo la prescrizione della sua condanna a 18 anni.
“E’ inutile commentare la morte di un assassino. Provo però del dispiacere perché si è portato molte verità scomode nella tomba”. Lo ha detto all’Adnkronos Giampaolo Mattei, il fratello di Virgilio e Stefano Mattei, morti nel rogo di Primavalle del 1973, commentando la morte di Achille Lollo, ex esponente di Potere Operaio che fu tra gli organizzatori dell’attentato.
“Oggi non è un giorno di gioia, oggi è morto un assassino. Una persona che ha ammazzato un ragazzo di 22 anni e un bambino di 10. Io, che allora di anni ne avevo 9, sono viva grazie al coraggio di mia madre, che se ne è andata sette anni fa senza mai avere giustizia per i suoi figli. Quegli assassini, aiutati e tutelati dallo Stato e dal partito comunista, piano piano se ne stanno andando con la giustizia divina, l’unica alla quale ormai ci rimane da appellarci”. Antonella Mattei, sorella di Stefano e Virgilio, bruciati vivi 48 anni fa nel rogo di Primavalle, ha commentato così all’Adnkronos la morte di Achille Lollo.
“Il mio rammarico è che è stato bene in Brasile, ha avuto una famiglia, quattro figli – ha proseguito la sorella delle due vittime di Primavalle – A noi ci ha massacrato, dopo quella tragedia non abbiamo mai più vissuto bene. Sono cristiana, non augurerei la morte a nessuno. Eppure vorrei che Achille Lollo avesse sofferto. Il mio pensiero oggi va a mamma e papà, questa notizia mi è arrivata tra capo e collo, porterò un mazzo di fiori a Stefano e Virgilio, a Primavalle, poi andrò al cimitero. Una vita distrutta la nostra. E quell’assassino che non si è mai pentito, perché mai avrei dovuto perdonarlo io?”.
E’ il 16 aprile 1973. Sono le 3.20 di lunedì quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani di Potere Operaio lascia davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. Attivano la miccia e fuggono via. Qualche secondo e poi lo scoppio, potentissimo. La porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa. E’ l’appartamento di un ex netturbino, Mario Mattei, che all’epoca aveva 48 anni, segretario della sezione ‘Giarabub’ del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa. Ha sei figli: quando si accorge dell’incendio, si getta giù da un balcone. La moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riescono a fuggire dalla porta principale quando il fuoco comincia a diffondersi. Lucia di 15 anni grazie al padre si cala nel balconcino del secondo piano e da lì si butta, presa al volo da Mattei già a terra nonostante le ustioni sul corpo. Silvia, 19 anni, si getta dalla veranda della cucina: batte la testa sulla ringhiera del secondo piano, la schiena sul tubo del gas, viene trattenuta per qualche istante dai fili del bucato e quindi finisce sul marciapiede del cortile riportando la frattura di due costole e tre vertebre.
Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, militante missino dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, invece, non riescono a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme. Intrappolati, riescono ad affacciarsi e provano a chiedere aiuto. Alcune foto dell’epoca ritraggono Virgilio proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cerca di gridare aiuto. Muoiono bruciati vivi nel giro di pochi minuti. I vigili del fuoco li trovano carbonizzati e abbracciati vicino alla finestra che non erano riusciti a scavalcare.
Per la strage di Primavalle Achille Lollo, viene condannato con Marino Clavio e Manlio Grillo a 18 anni di reclusione, condanna poi prescritta avendo i tre evitato l’arresto fuggendo all’estero: Clavo e Grillo prima del processo e Lollo dopo il I grado, quando, in attesa dell’appello, viene rilasciato.
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