I dati elaborati da Cgil Marche mostrano che nella regione una famiglia su dieci si trova in condizioni di povertà.
Nelle Marche, nel 2020, secondo i dati Istat elaborati dalla Cgil Marche, le famiglie in condizioni di povertà relativa sono il 9,3% del totale, sostanzialmente stabili rispetto a un anno fa (9,5%) ma nettamente al di sopra della media delle regioni del Centro (6,4%). Le persone che nelle Marche vivono in famiglie in condizioni di povertà relativa rappresentano il 14,6% della popolazione, una percentuale in crescita oltre ad essere nettamente al di sopra della media delle regioni del Centro (8,9%) e anche alla media nazionale (13,5%). “Sono dati drammatici – dichiarano Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche, e Rossella Marinucci, segretaria regionale responsabile delle politiche sociali – che rendono evidente come sia ancora diffusa la condizione di disagio di tante persone. E’ un quadro davvero desolante per le Marche, soprattutto se raffrontato alle altre regioni del Centro”.
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Cgil Marche: una famiglia su dieci vive in condizioni di povertà
Nella regione, l’impatto del Covid è stato pesante. La pandemia ha influito negativamente sia in termini di posti di lavoro persi sia di ricorso agli ammortizzatori sociali. Questo ha peggiorato ulteriormente le condizioni di lavoro e di reddito di tanti lavoratori e soprattutto lavoratrici. Inoltre, continua a crescere il lavoro precario e quello a tempo parziale, in gran parte involontario. Questo tipo di lavoro non garantisce condizioni di reddito adeguato. Infatti, un lavoratore dipendente su due può contare su un lavoro stabile e a tempo pieno.
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Secondo Barbaresi e Marinucci, “i dati sulla povertà confermano come troppo spesso anche avere un lavoro non sia sufficiente per garantire una vita dignitosa e anche per questo è urgente affrontare il tema della qualità del lavoro e delle retribuzioni. Per questo, occorre intervenire per incrementare salari, produttività, consumi e investimenti”. E’ necessario che “le risorse e gli investimenti del pnrr vengano utilizzati per costruire un nuovo modello di sviluppo per garantire lavoro di qualità, sostenibilità sociale e ambientale, coesione e sviluppo”.