Emergenza in Madagascar, nuovo appello da Save the Children: siccità e locuste stanno mettendo a dura prova le famiglie più vulnerabili, con tanti bambini che rischiano di morire di fame. “Una crisi dimenticata e sottofinanziata”.
Ancora un altro appello lanciato da Save the Children, in merito alla difficilissima situazione che sta colpendo l’Africa – già piegata dalla pandemia. Una grave crisi alimentare sta infatti colpendo il Madagascar, la più pesante delle ultime due generazioni. L’Organizzazione spiega che un bambino su 6 al di sotto dei 5 anni soffre di malnutrizione acuta, e che le calamità climatiche (siccità, tempeste di sabbia e invasioni di locuste) stanno duramente mettendo alla prova tutto il Paese.
Una crisi, quella del Madagascar, che viene definita “dimenticata e sottofinanziata”, e che colpisce soprattutto i bambini che non hanno accesso ai nutrienti essenziali per la crescita – così come anche all’istruzione. Moltissime famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta, tanto che si trovano costrette a raccogliere acqua dalle pozzanghere in strada, o a camminare per chilometri per raccogliere acqua potabile e venderla, così da guadagnarsi una ciotola di riso o qualche tubero da mangiare. E se un pasto al giorno non è sufficiente per un adulto, non può esserlo di certo per un bambino.
Eppure, per molte famiglie un pasto al giorno è tutto ciò che si riesce a portare sulla tavola. Come nel caso di Tsaravolae, di 19 anni e madre di Rovasoa, che raccoglie e vende acqua e patate dolci per guadagnare i soldi appena sufficienti per un pasto quotidiano. Suo padre Nerake, di 58 anni, ha raccontato ai volontari che dopo un breve periodo di pioggia aveva raccolto l’acqua piovana per venderla ad altri agricoltori, riuscendo così a comprare dei semi di fagioli. Dopo la semina, però, uno sciame di locuste ha distrutto tutto il suo raccolto, rendendo vani tutti i suoi sforzi.
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Si tratta, però, di situazioni all’ordine del giorno. Come spiegato da Voatsazoe, moglie 45enne di Nerake e madre di 9 figli (dei quali il più piccolo ha appena 2 anni), “capita che se un giorno non abbiamo soldi per permetterci il cibo non mangiamo. Eravamo così malnutriti che non riuscivo più ad allattare mio figlio Manolantsoa”.
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A lanciare l’allarme è stata anche Yvonne Arunga, direttrice nazionale di Save the Children in Kenya e in Madagascar. “Questa è una crisi dimenticata e sottofinanziata”, ha esordito, “che colpisce soprattutto i bambini che non hanno accesso ai nutrienti essenziali per la crescita e all’istruzione a causa della fame e dell’impossibilità dei loro genitori di pagare le tasse scolastiche. Il denaro e il cibo distribuiti sono appena sufficienti per aiutare le persone a sopravvivere e stare in piedi, ma a malapena sufficienti per aiutarle a riprendersi o a considerare mezzi di sussistenza alternativi. Vediamo bambini affamati e con gli occhi spenti che rovistano in cerca di un avanzo da mangiare“. Per questo motivo, l’Organizzazione sta chiedendo ai governi (e ai donatori) di finanziare urgentemente la risposta in Madagascar, così da sostenere i servizi sanitari e nutrizionali per i bambini nei distretti più colpiti.
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