il ministro israeliano Benny Gantz (foto di archivio) - meteoweek.com
Spionaggio e uso improprio del software Pegasus, vertice tra Francia e Istraele. Il ministro israeliano Gantz: “Licenze concesse solo per contrastare terrorismo e criminalità, si indaga con la massima serietà”.
Il ministro della Difesa israeliano, Benny Gantz, ha incontrato il suo omologo francese nella giornata di ieri, mercoledì 28 luglio, con Israele che ha intensificato le indagini su una società di spyware accusata di facilitare la sorveglianza contro attivisti per i diritti umani, dissidenti e leader mondiali – incluso il francese Emmanuel Macron. “Israele sta indagando sulla questione con la massima serietà“, ha detto Gantz durante l’incontro, e ha spiegato che i “rappresentanti” di diversi rami della sicurezza israeliana avevano visitato l’ufficio di Herzliya del gruppo NSO quella mattina stessa, per far avanzare le indagini sulle accuse in merito al presunto uso del software “Pegasus“. Gantz ha inoltre aggiunto che “Israele concede le licenze informatiche esclusivamente ai governi, ed esclusivamente per contrastare il terrorismo e la criminalità”.
Nell’incontro con Florence Parly, nel corso di una visita a Parigi, il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha ribadito come tutte le denunce relative all’uso illecito del software “Pegasus” dell’israeliana NSO (sfruttato per atti di spionaggio internazionale) sono attualmente oggetto di un “serio ed accurato” esame. Dal canto suo, la NSO Group ha affermato che l’inclusione di numeri nell’elenco non prova che i telefoni siano stati selezionati per atti di spionaggio. Ma in Francia, così come in altri Paesi, le recenti rivelazioni hanno sollevato domande scomode per l’azienda, suoi suoi presunti clienti e sui diplomatici israeliani. Nella lista c’erano, del resto, anche i numeri di telefono di diversi ministri francesi.
Proprio in vista del vertice israelo-francese, il portavoce del governo francese Gabriel Attal aveva anticipato, nella giornata di mercoledì pomeriggio, che il ministro della Difesa Florence Parly avrebbe sfruttato tale incontro per “interrogare la sua controparte istraeliana sulla conoscenza che il governo israeliano aveva delle attività illecite dei clienti di NSO“. Altro punto di discussione, inoltre, sarebbero state le eventuali misure messe in atto (o che saranno messe in atto in futuro) “per prevenire un uso improprio di questi strumenti, che sono altamente invadenti”.
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L’Eliseo ha poi sottolineato che sono necessarie ulteriori indagini sulle accuse in merito al software Pegasus. A dimostrazione che i funzionari francesi stanno prendendo sul serio la questione, lo scorso giovedì il presidente Macron aveva già convocato una riunione di emergenza sulla sicurezza informatica, proprio per discutere sulle rivelazioni e sui rapporti, facendo così partire diverse indagini in merito.
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Già la scorsa settimana, invece, il ministro israeliano Gantz aveva dichiarato in una conferenza informatica all’Università di Tel Aviv che Israele autorizza “l’esportazione dei suoi prodotti informatici esclusivamente ai governi, solo per un uso legale ed esclusivamente allo scopo di prevenire e indagare sui crimini e sul terrorismo”. Gantz aveva inoltre ribadito che dovere dei Paesi che acquisiscono i sistemi è quello di “rispettare i loro impegni” a tali requisiti.
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