Sterilgarda: “Lavoratori senza vaccino a casa senza stipendio”

La Sterilgarda adotta una linea dura sul vaccino e sull’obbligo di green pass ai dipendenti: «Senza vaccino, lavoratori a casa senza stipendio».

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Il quarto produttore di latte in Italia, con sede a Castiglione delle Stiviere, ha inviato una lettera ai 360 dipendenti. La Stelingarda ha intimato: chi non si vaccina dovrà cambiare mansioni, se il cambio non è possibile starà a casa senza stipendio (non licenziato).

Il presidente del consiglio di amministrazione Fernando Sarzi ha inviato a tutti i dipendenti e ai fornitori una comunicazione. Nella lettera fa loro presente che a chi non si vaccinerà contro il Covid potranno essere cambiate le mansioni. In modo «da escludere rischi di contagio per contatti con altri dipendenti». Nel caso tale cambio di mansioni non fosse possibile, «il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa».

Una presa di posizione forte che sta facendo discutere e che, soprattutto su Internet dove la comunicazione è già diventata di dominio pubblico. Ovviamente, ha sollevato l’ira dei No vax e No pass. Sterilgarda, tramite il proprio pool legale, spiega che sono in corso le valutazioni su come procedere. Tutto ciò per «salvaguardare il diritto al lavoro e il diritto alla salute, che sono diritti di tutti», in un momento del periodo pandemico nel quale i contagi sono in ripresa e al contempo viene offerta a tutti l’opportunità di sottoporsi a vaccinazione. «Non è detto — spiega un legale dell’azienda alimentare — che si debba effettivamente arrivare alla sospensione dal lavoro, ma è una delle opzioni che sono sul tavolo e che verranno prese in considerazione prima di settembre, alla ripresa del lavoro dopo le ferie».

La lettera della Sterilgarda ai dipendenti

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Sterilgarda ha avviato un tavolo con la rappresentanza sindacale unitaria interna al gruppo e con il medico del lavoro che segue la società. Insieme hanno trovato la soluzione più idonea per la salute e il lavoro. «È convinzione della società che gli strumenti di contenimento della pandemia, in primis i vaccini, siano e saranno fondamentali per evitare la reintroduzione di misure restrittive.

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“Tutelare l’azienda dai rischi biologici rientra tra gli obblighi del datore in tema di sicurezza sul posto di lavoro. La normativa in vigore prevede già, per molte categorie di lavoratori, la somministrazione obbligatoria di vaccini quali quello contro il tetano, contro l’epatite B o il vaccino antitubercolare. A ciò si aggiunga che la sottoposizione alla vaccinazione costituisce anche uno strumento etico di rispetto e tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, oltre che di tutti coloro che si trovano a dover già convivere con situazioni patologiche incompatibili con la somministrazione del vaccino, rimanendo pertanto soggetti esposti al contagio in ambiente lavorativo».

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