Il medico mantovano era divenuto famoso per la sua cura sperimentale contro il Covid. Il corpo trovato senza vita nella sua abitazione
Si sarebbe tolto la vita ieri pomeriggio Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova che per primo l’anno scorso aveva iniziato lo studio per le cure del Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, la controversa terapia che prevedeva l’infusione di sangue di contagiati dal coronavirus, opportunamente trattato, in altri pazienti infetti. Ancora da chiarire le circostanze del decesso.
Il corpo del medico è stato trovato dai suoi familiari nella sua casa di Eremo, frazione del comune di Curtatone in provincia di Mantova. De Donno aveva 54 anni e aveva scelto di abbandonare il suo lavoro nell’ospedale di Mantova il mese scorso per dedicarsi alla professione di medico di base a Porto Mantovano. L’ex primario viveva con la moglie Laura e due figli, Martina, consigliere comunale a Curtatone, e Edoardo.
De Donno, insieme al collega Massimo Franchini, primario della Immunoematologia e Trasfusionale del Carlo Poma, aveva iniziato a trattare i pazienti affetti da Covid con la terapia del plasma iperimmune. Questa pratica medica era diventata lo scorso anno l’unica arma contro il coronavirus, almeno nelle fase iniziali della malattia. Per questo De Donno era il primario più conosciuto d’Italia e spesso richiesto dai media per interviste e commenti.
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La sua terapia però aveva lasciato alcuni dubbi nella comunità scientifica, tanto da avere acceso aspri dibattiti e polemiche. L’ex-primario era riuscito a ottenere una sperimentazione del suo metodo con l’università di Pavia, ma alla fine la medicina ufficiale non ritenne che quello fosse la cura adatta per il Covid, sebbene molti pazienti affermassero di essere guariti proprio grazie al suo lavoro, cosa che lo rese molto popolare.
LA CARRIERA DI DE DONNO
Giuseppe De Donno era diventato primario nel reparto di Pneumologia del Carlo Poma nel settembre del 2018. Il medico era conosciuto anche al di fuori degli ambienti ospedalieri per essere stato vice sindaco di Curtatone. Diplomato al liceo classico, aveva conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia all’università di Modena con 110 e lode, per poi completare la sua formazione attraverso diversi corsi di perfezionamento in fisiopatologia e allergologia respiratoria raggiungendo la specializzazione nel 1996.
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Dal 2010 al 2013 fu responsabile della struttura semplice “Programma di assistenza domiciliare respiratoria ad alta intensità per pazienti dipendenti della ventilazione meccanica domiciliare” e nel 2013 era diventato dirigente medico della struttura complessa di Pneumologia e Utir dell’Asst Carlo Poma.
Carlo Bottani, sindaco di Curtatone e amico del medico, ha detto di lui: “Giuseppe era una persona straordinaria. Ho avuto il privilegio di essere al suo fianco nella prima fase del lockdown e ho visto quanto si è speso per i suoi pazienti. La storia lo ricorderà per il bene che ha fatto“.