Italia batte Germania sul Pil. Ecco le carte vincenti del Belpaese

Italia batte Germania sul Pil. Ecco le carte vincenti del Belpaese

Pil italiano cresce più di quello tedesco (unsplash)

L’Italia continua a battere la Germania nelle stime PIL. Ecco i segreti del Belpaese. Il Fondo Monetario Internazionale lo conferma: il prodotto interno lordo italiano crescerà in modo superiore a quello dei competitor teutonici.

Pil italiano cresce più di quello tedesco
Pil italiano cresce più di quello tedesco (unsplash)

L’Italia continua a battere la Germania per quanto riguarda la crescita del PIL e gli analisti del Fondo Monetario Internazionale continuano a credere nel nostro paese. Ma vediamo in dettaglio le dinamiche di questa forza italiana.

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Nel 2021 per il Fondo Monetario Internazionale l’Italia crescerà del 4,9%. Dunque addirittura 0,7 punti in più rispetto al 4,2% delle stime precedenti. Ma questo trend non è un fuoco di paglia. Infatti anche per il 2022 il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita di Ben il 4,2% per l’Italia.

La nota dolente del belpaese rimane il debito il debito pubblico italiano: vale nel 2021 il 157,8% del PIL.

Limiti tedeschi

Pil italiano cresce più di quello tedesco
Pil italiano cresce più di quello tedesco, più legato all’automotive (Unsplash)

Ma come si comporta intanto la Germania? I nostri competitor europei aumenteranno il loro PIL sempre secondo il FMI del 3,6% nel 2021 e del 4,1% nel 2022.

Ma torniamo al dato straordinario del Belpaese: qual è il segreto del balzo italiano. Sostanzialmente il cuore del progresso del PIL italiano è il Recovery Fund di imponenti proporzioni.

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Ma non basta. L’economia tedesca è legata a doppio filo all’industria automobilistica ed in generale al settore secondario. Dunque la Germania si trova a dover fronteggiare una doppia emergenza: la temuta quarta ondata dominata dalla variante Delta, ma anche la carenza degli approvvigionamenti.

Proprio un sistema produttivo come quello tedesco è estremamente vulnerabile alla penuria di materie prime e microchip che si è registrata con durezza negli ultimi mesi. Una zavorra notevole per un’economia sicuramente forte, ma anche poco diversificata