Incendi in Sardegna, Legambiente: “Si sarebbe potuto fare più. Individuare responsabili”

Oristano in preda agli incendi, la denuncia di Legambiente Sardegna: “Si sarebbe potuto fare più e meglio per prevenire il disastro. Serve individuare gli eventuali esecutori materiali, e le responsabilità di chi doveva controllare”.

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incendi in Sardegna, la denuncia di Legambiente – meteoweek.com

Continua a bruciare la Sardegna, e continuano senza sosta le operazioni di soccorso. Sebbene oggi il fuoco pare abbia concesso un minimo di tregua (dopo quasi quattro giorni di emergenza), non è stato ancora domato, infatti, il gigantesco rogo divampato nel Montiferru (Oristano), con le squadre a terra di Corpo forestale, Protezione civile, Vigili del fuoco e volontari in campo sin dalle prime ore del mattino, e i mezzi aerei intenti a bonificare le zone logorate dalle fiamme. I territori maggiormente colpiti dagli incendi sono Santu Lussurgiu, Cuglieri, Tresnuraghes, Frossio, Sennariolo, Usellus, Porto Albe, Scano di Montiferro e Cabras. E la rabbia di Legambiente sale, mentre si cercano di stabilire le eventuali responsabilità del disastro, che ha portato allo stato di calamità.

Legambiente Sardegna: “Si sarebbe potuto fare di più”

A parlare in nome di Legambiente Sardegna è stata Annalisa Colombu, presidente dell’associazione. Commentando i terribili disastri ambientali che stanno divorando l’isola in questi ultimi quattro giorni, Columbu ha spiegato che “sensazioni quali rabbia e sgomento, tre giorni dopo l’inizio degli incendi che hanno divorato boschi, sugherete, uliveti e campi coltivati, sterminato animali, travolto attività e abitazioni, lasciano oggi il posto all’amara constatazione che, ancora una volta, si sarebbe potuto fare di più e meglio per prevenire quanto accaduto, nell’ennesima estate di fuoco che non risparmia alcuni dei luoghi simbolo della ricchezza paesaggistica e della biodiversità che caratterizzano la Sardegna e l’intera Penisola”.

“Alla conta dei danni che andrà avanti nelle prossime ore deve perciò affiancarsi l’accertamento della verità, tanto nell’individuazione degli eventuali esecutori materiali dietro all’innesco dei roghi, quanto nell’assunzione di responsabilità da parte di chi dovrebbe essere preposto al controllo e alla tutela di un territorio sempre più sotto attacco per mano dell’uomo”, ha poi sottolineato il presidente di Legambiente Sardegna.

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E ha infine ribadito: “Reso ancora più fragile e vulnerabile dagli effetti dei cambiamenti climatici che fanno sentire la loro morsa sull’area mediterranea. Al contempo, non va dimenticato il ruolo primario dell’educazione ambientale, che deve tornare ad avere un peso importante anche su questo fronte a partire dalle scuole, il luogo certamente più adatto a diffondere una maggiore consapevolezza e a sensibilizzare sul rischio incendi”.

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Al momento, si sottolinea, gli incendi scoppiati nel Montiferru hanno bruciato almeno 20mila ettari di terreno – pari al 10% di tutto il territorio della provincia di Oristano. Un bilancio già pesantissimo, ma che è ancora in fase di aggiornamento, e al quale va aggiunto anche il numero degli sfollati (al momento circa 1500 persone). “Il fatto che nessuno si sia fatto male è già un successo”, ha evidenziato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, arrivato sull’isola per un vertice con il presidente della Regione Christian Solinas, e l’assessore all’Ambiente con delega alla Protezione civile Gianni Lampis. Eppure, il mondo agropastorale è una tragedia: a centinaia le galline, le pecore, le mucche e i cavalli morti tra le fiamme.

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