G20 diNapoli: successo delle relazioni internazionali, ma la Cina frena su due punti fondamentali. Tutti i dettagli dell’intesa in attesa della COP26 di Glasgow.
Si è concluso da qualche giorno il G20 sul tema del Clima e dell’Energia, ma non accenna a placarsi il dibattito conseguente al documento finale scaturito dai lavori. Inizialmente il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva annunciato un documento unico nel suo genere, in cui convergono per la prima volta diversi settori inizialmente considerati separatamente. Ed è parzialmente così, non fosse stato per il mancato raggiungimento dell’unanimità su due temi caldi sui quali la Presidenza Italiana puntava particolarmente. Una stretta correlazione ormai divenuta un dato di fatto tra le componenti principali dello sviluppo climatico e la povertà, segnata dalle vicissitudini mondiali post pandemiche, è stata condivisa da tutti i paesi intervenuti.
Mentre il sistema sanitario globale ancora vacilla sotto le sferzate del Covid19, è ancora stallo quindi sui temi scottanti affrontati nel corso della seconda giornata di trattative. Le resistenze di Paesi come Cina, India, Russia, Australia, Arabia Saudita e Brasile hanno infatti reso necessario eliminare dal documento finale due punti fondamentali per mancanza di intesa. Lo spettro di forti ricadute economiche, specie nell’ impiego delle risorse fossili e degli idrocarburi, a seguito dell’adozione di ulteriori restrizioni, ha causato una brusca frenata quando ormai la discussione sembrava in dirittura d’arrivo.
G20 Napoli | Tutti i dettagli sull’intesa | Cina frena su due punti
Alla fine il ‘Communiquè Clima ed Energia’ è stato approvato, rimandando la decisione sull’accelerazione dei processi della decarbonizzazione al prossimo G20 tra i capi di stato e di governo. Stesso discorso vale per l’impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5 gradi al 2030 su cui appunto in particolar modo la Cina, collegata da remoto, appariva scettica. Il Ministro Cingolani ha comunque incassato un positivo via libera su temi fondamentali quali la protezione degli ecosistemi, le biodiversità, con riferimenti alla tutela degli oceani e all’incentivo del riciclo per diminuire l’uso della plastica. Un risultato di non poco conto, considerando l’evoluzione dell’ecosistema in senso quasi distruttivo soprattutto a causa dell’ultimo problema evidenziato.
Le trattative future puntano sulla transizione verde
Una importantissima decisione che anticipa la UNFCCC COP26, la Ventiseiesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, che si svolgerà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 per rinnovare l’accordo di Parigi. Nonostante quindi il veto che ha comportato l’estrazione dei due punti dal documento finale, il bilancio del G20 si può ritenere senza dubbio positivo. D’altra parte è anche comprensibile che paesi in piena espansione economica o che fondano la propria economia proprio sulla larga disponibilità di idrocarburi si siano rivelati scettici di fronte all’adozione dei provvedimenti accennati. Occorrerebbero infatti risorse e anche tempi non brevi per sviluppare energie alternative con la realizzazione di centrali solari ed eoliche. Tuttavia è da ritenere che tutti gli Stati contrari possano riconsiderare la loro posizione ed approfittare dei vantaggi di una transizione verde. Considerando ad esempio che proprio la Cina ad esempio detiene il novanta per cento della produzione mondiale di pannelli fotovoltaici. Inizia dunque il conto alla rovescia per Glasgow nella consapevolezza che, se si trovasse un’intesa anche su questi due punti, questa segnerebbe veramente una svolta fondamentale nel futuro della tutela climatica ed ambientale del mondo.