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Cronaca

Piccoli schiavi: nella tratta degli esseri umani, uno su tre è un bambino

Il rapporto di Save the Children evidenzia il fenomeno in crescita. Principali vittime le bambine, destinate al mercato del sesso.

Piccoli schiavi invisibili. Così vengono definiti da Save the Children i bambini vittime di tratta degli esseri umani, un numero enorme, cir

ca uno su tre nel totale delle persone coinvolte, perlopiù di sesso femminile. Un fenomeno triplicato nell’ultimo decennio che coinvolge quelle popolazioni delle aree più depresse economicamente del mondo come l’Africa sub-sahariana e occidentale, l’Asia meridionale, l’America centrale e Caraibi.

Save the Children ha presentato i drammatici dati in vista della Giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani prevista per il 30 luglio, con il titolo: Piccoli schiavi invisibili – Fuori dall’ombra: le vite sospese dei figli delle vittime di sfruttamento.

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Nella maggior parte dei casi rilevati, lo scopo dello sfruttamento è di natura sessuale e riguarda per il 72% bambine e ragazze molto giovani, mentre per i maschi lo sfruttamento è di natura lavorativa (circa il 13%). Si tratta di un fenomeno difficile da portare a galla a causa degli enormi interessi economici e dell’insufficiente impegno dei governi nel monitoraggio e nell’azione di prevenzione e contrasto.

LA TRATTA DEI MINORI AI TEMPI DELLA PANDEMIA

Il Covid ha acuito il problema, mettendo quasi 10 milioni di minori in condizione di abbandonare gli studi per finire inevitabilmente in mano agli schiavisti e più in generale creando nel mondo 142 milioni di nuovi bambini poveri. In Italia le vittime prese in carico dal sistema nazionale anti-tratta nel 2020 erano 2.040, in prevalenza donne e ragazze (81,8%), 1 vittima su 20 è minore (105). Tra i paesi d’origine delle vittime prevale la Nigeria (72,3%), seguita da Costa d’Avorio, Pakistan, Gambia e Marocco.

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I minori vittime di sfruttamento lavorativo intercettati dall’Ispettorato nazionale del lavoro nel 2020 sono 127, sia stranieri che italiani, perlopiù ancora una volta in prevalenza femminile per il mercato dello sfruttamento sessuale. Un fenomeno di cui il nostro Paese deve prendere coscienza e farsi carico nella lotta al contrasto di questi fenomeni.

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