Berlusconi: “Se non ti vaccini, non puoi imporre le conseguenze agli altri”

La battaglia sul Green Pass è ancora all’inizio: mentre in tutta Italia si mobilitano manifestazioni no Green Pass, il governo prosegue nel definire l’estensione dell’obbligo anche per altri luoghi di aggregazione, come la scuola. Intanto i rappresentanti politici esplicitamente contrari al Green Pass (Matteo Salvini e Giorgia Meloni) devono confrontarsi non solo con le stoccate di Mario Draghi, ma anche con un “rivale” interno: Silvio Berlusconi, che in una lettera al Corriere spiega perché quella dei no Green Pass non è libertà. 

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Dopo la conferenza stampa di Mario Draghi, l’emanazione del cosiddetto decreto Covid, l’estensione dell’obbligo di Green Pass a diversi luoghi aperti al pubblico, i toni all’interno della maggioranza non si sono mai placati del tutto. A pesare, la stoccata a distanza del presidente del Consiglio, rivolta direttamente al leader della Lega: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire“, ha scandito il premier in conferenza stampa, spazzando via ogni replica. Immediata la risposta di Salvini: “Invitare alla prudenza non è invitare a morire“. E già qui ci sarebbe abbastanza materiale per parlare di botta e risposta, o di come la frase aperta di Mario Draghi abbia lasciato Salvini tutto solo in maggioranza. Ma la battaglia sul Green Pass non termina qui: in tutta Italia si mobilitano manifestazioni contro l’obbligo del certificato, mentre il governo lavora ad altre possibili estensioni.

Centrale sarà innanzitutto la scuola, e alla fine è probabile che si opterà per l’imposizione dell’obbligo per gli operatori scolastici come docenti e personale amministrativo. Bisognerà poi capire cosa fare con i lavoratori dei settori dove è previsto il Green Pass (come ristoranti al chiuso, piscine, stadi e musei), oltre che comprendere come favorire la vaccinazione tra gli impiegati nel privato e comprendere come introdurre il Green Pass nei trasporti da metà settembre. Insomma, i nodi da sciogliere sono ancora tanti e la gestione del Green Pass sembra ancora all’inizio. Questo può voler dire solo una cosa: la battaglia politica sul Green Pass potrebbe essere solo all’inizio.

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Berlusconi dalla parte di Draghi sui vaccini

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Per questo i diversi leader politici si riassestano: Salvini continua a ripetere di trovare ingiusta l’imposizione del Green Pass ai giovani sopra i 12 anni, ma nel frattempo si vaccina, cercando di dissipare ogni dubbio sui suoi flirt con i no vax. Poi torna a flirtare, definendo le manifestazioni no Green Pass “delle belle piazze”, sperticando dichiarazioni su quanto sia importante difendere la libertà. Stessa linea quella seguita da Giorgia Meloni: ieri anche lei avrebbe ricevuto la prima dose di vaccino. Poi, però, proseguono le dichiarazioni che ribadiscono: non siamo contro il vaccino, siamo per la libertà. Ai due risponde niente di meno Silvio Berlusconi in una lettera inviata al Corriere, che suggella una volta per tutte la profonda distanza che separa FI da un lato, e FdI e Lega dall’altro.

Ovviamente, sul tema Berlusconi utilizza i guanti di velluto: “È del tutto illogico dare una caratura ideologica o politica ad una questione che è prettamente scientifica. Non parlo solo del green pass, che è una misura di buon senso alla quale noi siamo assolutamente favorevoli così com’è, ma che — come ogni strumento — naturalmente può essere discusso e migliorabile come legittimamente chiedono i nostri alleati. Parlo proprio del fatto che — se la grande maggioranza degli italiani è fortunatamente consapevole della necessità e dell’importanza del vaccino, non solo come mezzo di protezione individuale, ma come strumento per tutelare la collettività e il diritto degli altri a non essere contagiati — esiste però una minoranza non irrilevante e molto rumorosa che contesta tutto questo”. Insomma, Berlusconi cerca la mediazione ribadendo: per FI il Green Pass va bene così, ma è legittimo che Salvini e Meloni chiedano un miglioramento; ciò che è inaccettabile è inquinare la bontà della vaccinazione con discorsi pseudo-scientifici.

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E dalla parte del liberalismo sul Green Pass

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Successivamente, però, Berlusconi va dritto al punto, parlando anche del rifiuto del Green Pass in difesa della libertà, un rifiuto – a detta del Cavaliere – assolutamente illogico. “La cosa che più mi rattrista — avendo dedicato tutta la mia vita a battaglie di libertà — sono le parole di chi fa dell’opposizione ai vaccini e al Green Pass, ma anche all’obbligo delle mascherine e del distanziamento, una questione di libertà. Come se quella di non vaccinarsi, di non adottare elementari cautele, fosse una scelta che non ha conseguenze sugli altri. Come se non esistesse, fra i diritti tipicamente liberali, quello all’integrità della persona, e quindi ad andare al ristorante, a prendere l’aereo, a partecipare ad uno spettacolo o a una manifestazione sportiva senza il rischio di essere contagiati“.

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Qui Berlusconi gioca sul suo terreno, e in maniera tanto sottile quanto evidente contrappone la sua visione di libertà a quella di Salvini e Meloni: “Ovviamente a nessuno si può imporre il vaccino, nonostante ogni evidenza lo consigli, ma chi decide di non vaccinarsi non può imporre le conseguenze della sua scelta agli altri e deve accettare le limitazioni che ne derivano, per la tutela della salute delle altre persone. È come il divieto di fumo nei luoghi pubblici (…): a nessuno è vietato di fumare, ma a nessuno è consentito infastidire o far ammalare gli altri fumando nei ristoranti, negli uffici o sui mezzi di trasporto. Per questo molto opportunamente Forza Italia chiede l’obbligo vaccinale in un settore delicato come la scuola”. Quanto appare lontano questo il partito unico di centrodestra alla luce di queste dichiarazioni?

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