In moltissime piazze d’Italia ci sono stati disordini e violenze legate alle manifestazioni contro il Green pass. Ad unirsi ai manifestanti No Vax anche il primario di Malattie infettive dell’ospedale di Novara, Garavelli. Ora rischia sanzioni.
Come riporta la Repubblica di Torino ieri in piazza ad Alessandria anche Pietro Luigi Garavelli, membro del board nazionale che si occupa di Covid. Il primario era col megafono alla manifestazione di Alessandria, la sua città: “Non è stato sostegno ma informazione: la gente ne ha avuta poca“. L’Asl ora valuta provvedimenti disciplinari.
I No Vax ora sono anche contrari all’obbligo del Green pass deciso dal governo per determinate attività. I No Pass, come precisano gli organizzatori delle manifestazioni, sono contro quest’obbligo che viene visto come un obbligo a vaccinarsi. Ieri, in una delle tante piazze d’Italia in cui ci sono state manifestazioni anche violente, ad Alessandria c’era anche il primario di Malattie infettive all’ospedale Maggiore di Novara. Pietro Garavelli, alessandrino, Cavaliere della Repubblica da appena cinque giorni, è pioniere delle cure domiciliari per il Covid con l’idrossiclorichina. Proprio per il suo curriculum c’è chi si è stupito a vederlo circondato dai contestatori del Green pass e, molti, anche contrari al vaccino.
L’Asl prende provvedimenti nei confronti del primario
Mentre l’Asl pensa a eventuali provvedimenti, lui ci tiene a precisare: “Non ero lì per protestare ma per fare informazione come ho sempre fatto in tutta la mia carriera professionale, nelle scuole, negli ambulatori. Ma lo sa che 10 anni fa quando non c’era il Covid ho passato una giornata intera a discutere con 300 donne per convincerle sulla necessità dei vaccini? Chiamare me No Vax è un insulto ed è ridicolo. Lo può fare solo qualcuno che non conosce il contesto. Ad Alessandria sono molto conosciuto per le mie posizioni e ieri sono stato invitato a parlare per fare informazione perché movimenti come quello No vax si creano proprio quando non c’è chiarezza“.
Ma l’ospedale Maggiore di Novara sta valutando l’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Domani il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Maggiore di Novara Gianfranco Zulian incontrerà i colleghi per valutare la situazione. “Voglio capire a che titolo Garavelli sia andato in piazza e con quale intento. È una vicenda da chiarire“, commenta il direttore. Il presidente dell’Ordine dei medici di Novara, Federico D’Andrea, fa sapere: ‘Stiamo valutando se esistono i presupposti per un’azione disciplinare e se sarà il caso apriremo un procedimento“. D’Andrea aggiunge alle motivazioni di questa decisione che “il vaccino è uno strumento importantissimo con il quale i sanitari si possono garantire contro il Covid e, di conseguenza, garantire anche i cittadini. E il green-pass si inserisce perfettamente tra i provvedimenti che si possono adottare per contenere la pandemia“.
Garavelli si difende: “Sento il dovere di intervenire per fare chiarezza”
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La difesa di Garavelli verte sul suo dovere all’informazione: “Il mio obbligo nei confronti dell’azienda mi impedisce di divulgare dati dell’ospedale, ma non certo di fare informazione in modo corretto sul Covid o su altri argomenti“. In questo momento il medico si trova in congedo per malattia. “Eppure mi sono preso la briga di presentarmi anche se con il bastone perché, come membro del board nazionale che si occupa di Covid, sento il dovere di intervenire per fare chiarezza quando mi viene chiesto. Quella di ieri non è certo la prima volta“. Ho fatto quello che faccio da molto tempo e in molti modi“.
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Il medico non teme ripercussioni sulla sua professione. “Io sono vaccinato, lo è anche mia moglie, non lo sono ancora le mie figlie e sui giovani ho espresso qualche dubbio: questo non fa di me un No Vax, ma un noiosissimo professionista. Io dico invece che il vaccino – e di conseguenza il Green pass – non possono essere un libera tutti. Il vaccino funziona se usato in concomitanza con le cure domiciliari per i contagiati e un’attenzione sempre alta nei comportamenti. Ci sono le varianti che possono “bucare” il vaccino costruito sul ceppo di Wuhan – spiega – Per questo anche con il Green pass devo continuare a mantenere comportamenti responsabili. Sono contrario al fatto che diventi un lasciapassare indiscriminato“.