Il caso Voghera riapre il dibattito su possesso di armi e legittima difesa

Perché Adriatici girava armato? E’ legittimo pensare che dovremmo limitare l’uso delle armi e interrogarci sulla legittima difesa?

Sulla dinamica della tragedia si esprimeranno i magistrati seguendo le testimonianze e le indagini di forze dell’ordine ed esperti, ma la morte di Youns El Boussetaou, ucciso a Voghera da un colpo di pistola sparato dal leghista Massimo Adriatici, non può che accendere una domanda che lascia sconcertati: per quale motivo l’assessore di una cittadina lombarda gira armato per la strada?

Adriatici era in possesso di un regolare porto d’armi e la pistola era stata registrata come da legge. Ma Voghera non è esattamente un luogo pericoloso, né l’assessore era una persona minacciata a o faceva un mestiere ad alta pericolosità. Per questo motivo il dibattitto pubblico, lasciando ad avvocati e aule di tribunale stabilire cosa sia realmente accaduto in quel bar, si deve interrogare su quali siano i limiti della legittima difesa e soprattutto sulla concessione del possesso di armi da fuoco a cittadini non facenti parte delle forze dell’ordine in servizio.

C’è da stabilire anche quale sia il limite dell’uso della violenza in caso di aggressione. Come dice la legge, infatti, deve esserci una giusta proporzione tra difesa e offesa, ovvero non è sufficiente che una persona debba difendersi e per farlo debba arrecare un’offesa, ma occorre che questa non sia sproporzionata rispetto al male che si vuole evitare. Il giudizio su questa proporzione viene poi dato dal giudice.

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COS’E’ L’ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA

Massimo Adriatici è accusato di eccesso di legittima difesa, ovvero ha sparato per difendersi ma la sua reazione sarebbe stata sproporzionata rispetto al reale pericolo in cui si trovava. Si parla di eccesso colposo di legittima difesa a fronte di una reazione di difesa eccessiva: non c’è volontà di commettere un reato ma viene meno il requisito della proporzionalità tra difesa e offesa configurandosi un’errata valutazione colposa della reazione difensiva.

LA RIFORMA VOLUTA DA LEGA E SALVINI

La Lega da anni porta avanti il suo mantra: “La difesa è sempre legittima“. Per questo motivo ha spinto più in là il concetto di legittima difesa finora adottato in Italia. Il Governo Conte I nel 2019, per volere dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha modificato l’articolo 52 e delle norme che regolano la legittima difesa, in particolare per quanto riguarda la legittima difesa domiciliare. Il nucleo centrale della nuova legge stabilisce appunto che la difesa sia “sempre” legittima e sussista il suddetto rapporto di proporzione nei casi di violazione di domicilio. Dunque si riferisce a chi subisce un’effrazione in una abitazione, luogo privato, attività commerciale professionale o imprenditoriale, e usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo per difendere la propria o altrui incolumità e i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione.

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La legge generò aspre critiche persino nella maggioranza di allora, in particolare tra i 5 Stelle. La deputata del Movimento Doriana Sarli aveva definito la legge un “testo pericoloso”, mentre Luigi Di Maio affermò come questa legge fosse “sicuramente una legge della Lega. Non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel Movimento 5 Stelle, ma è nel contratto e io sono leale al contratto”. Per questo motivo il M5S votò a favore. L’allora segretario del PD Nicola Zingaretti si limitò a definire la nuova normativa “propaganda del governo“.

CHIUNQUE PUO’ GIRARE ARMATO?

Tornando al secondo punto in questione, come detto Adriatici aveva il porto d’armi e in qualità di ex-poliziotto possiamo ipotizzare che fosse bene a conoscenza di come usare una pistola. Ma perché andare al bar alle 10 di sera armato? Perché estrarre la pistola contro una persona, probabilmente offensiva e aggressiva, ma sicuramente disarmata, come è stato appurato? Ma più in generale qual è la necessità di avere un’arma da fuoco se non si è seriamente in pericolo o sotto minaccia? L’ormai ex-assessore di Voghera era un grande sostenitore delle armi, come testimoniato da un articolo apparso sul Corriere della Sera lo scorso anno dal titolo: L’avvocato “sceriffo” con la pistola sempre carica che ama l’ordine pubblico – Le sue battaglie contro i senzatetto.

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Poniamoci ora il dubbio su chi possa portare un’arma e chi no. Se il giudizio dovesse essere posto a chi scrive, direbbe che le armi dovrebbero essere concesse esclusivamente alle forze dell’ordine e, in casi del tutto eccezionali, a cittadini sotto grave minaccia (lasciamo da parte in questo momento i cacciatori). Perché il rischio di trovarsi circondanti da persone armate che in un momento di debolezza, errore o incidente utilizzino impropriamente questi strumenti è troppo alto. Non basta che la legge punisca chi spara illecitamente. Si tratta di vite umane.

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