Matteo Renzi, leader di Italia viva, si schiera con il Pd nel dibattito sull’inserimento dell’obbligo vaccinale nelle scuole.
Continua il dibattito sull’inserimento dell’obbligo vaccinale nelle scuole, per garantire la didattica in presenza a partire da settembre. E le fazioni politiche non cambiano idea: il Partito democratico è d’accordo, categoricamente contraria invece resta la Lega. Nell’ambito di questa situazione, anche Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha espresso la sua idea. E sebbene recentemente abbia appoggiato le posizioni del Carroccio su alcune questioni, come il Ddl Zan, questa volta si schiera dalla parte dei dem. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione ha diffuso un nuovo comunicato ai dirigenti scolastici e agli uffici scolastici regionali per chiarire alcuni punti dell’ultimo parere del Comitato tecnico scientifico (Cts).
Renzi lo ha fatto sapere attraverso la sua Enews. Secondo l’ex premier, infatti, “i contagi crescono e cresceranno. Ma niente paura. Con il vaccino la guerra contro il coronavirus è vinta. Per questo occorre vaccinarsi. Per questo occorre dire che serve l’obbligo vaccinale a scuola e per il mondo sanitario. Per questo serve il Green pass: non possiamo permetterci di tornare in zona rossa. In zona rossa ci stia chi rifiuta il vaccino: chi si vaccina deve avere il diritto di vivere normalmente”, ha detto chiaramente il senatore di Iv.
E ha aggiunto ancora: “A tutti quelli che ci dicono che noi siamo come Salvini per il referendum radicale o per gli emendamenti sullo Zan (suggeriti dalle femministe di sinistra, non dalla Lega), dico: guardate le nostre posizioni sui vaccini. E capirete che noi siamo molto diversi. Molto più – ha concluso infine – di quello che i giornali vogliono far sapere”.
E se sull’obbligo vaccinale nelle scuole non ci sono ancora certezze, vengono chiariti tutti gli altri punti che dovranno essere presi in considerazione per un rientro in sicurezza degli studenti. A farlo è il ministero dell’Istruzione, con il nuovo comunicato inviato stamattina, giovedì 22 luglio, ai dirigenti scolastici e agli uffici scolastici regionali per chiarire alcuni punti dell’ultimo parere del Cts.
“L’obiettivo prioritario è quello di realizzare le condizioni per assicurare la didattica in presenza a scuola” ed “evitare per quanto possibile il ricorso alla didattica a distanza”, premette la nota del ministero. E per farlo, a prescindere dall’obbligo, vanno ampliata la copertura vaccinale nelle scuole, mantenuto il distanziamento, indossate le mascherine, igienizzati gli ambienti e stabiliti ingressi e uscite ordinati.
Per quanto riguarda la percentuale di vaccinazione degli operatori scolastici e dei docenti, che al momento risulta alta ma non ancora sufficiente, “occorre il massimo sforzo della comunità scolastica per accrescere rapidamente detta percentuale, condizione prima per la ripartenza in sicurezza del prossimo anno scolastico. Analogamente vale per gli studenti dai 12 anni in su, la cui copertura vaccinale consentirebbe, oltre alla presenza in sicurezza a scuola, anche la possibilità di fruire di ulteriori opportunità educative e formative, limitate se non compromesse dalla pandemia”.
Tra le misure prioritarie per garantire la sicurezza nelle scuole continueranno a esserci il distanziamento sociale di almeno un metro e l’uso dei dispositivi di protezione individuale (Dpi), ovvero le mascherine. Queste ultime, risulteranno fondamentali soprattutto laddove le strutture scolastiche non saranno in grado di assicurare un distanziamento regolare. Qui sarà obbligatorio indossare le mascherine chirurgiche, almeno nei locali chiusi, e in particolare per le persone non vaccinate. I Dpi, inoltre, saranno obbligatori anche per gli operatori delle mense durante la somministrazione dei pasti.
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Potranno essere abbandonate, invece, in questo ambito, le stoviglie monouso. “Permane lo scrupoloso rispetto delle ben note regole di distanziamento, pulizia degli ambienti, lavaggio delle mani, ordinati ingressi e uscite da scuola, astensione dalla frequenza di personale scolastico e studenti con sintomi febbrili o in quarantena, limitazione e controllo negli accessi di personale estraneo”, si legge ancora nella nota del ministero.
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Si potrà dire addio anche a tracciamento e screening dei nuovi casi positivi. Anche se, continua il documento del ministero dell’Istruzione, “rimangono confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi, da gestire sempre in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti”. Il ministero, è scritto infine nel documento, emanerà a breve il ‘Documento di pianificazione delle attività didattiche, educative e formative in tutte le istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione (Piano scuola 2021/2022)’, che sarà finalizzato – per quanto possibile – al ritorno in classe in presenza da parte di tutti gli studenti.
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