Origine Covid-19, la Cina si oppone alle nuove indagini avviate dall’Oms

La Cina si oppone alle nuove indagini avviate dall’Oms sull’origine del Covid-19 e la conseguente pandemia. Zeng Yixin: “Impossibile accettare un piano del genere, il virus va trattato come una materia scientifica, no alle interferenze politiche”.

Cina si oppone a indagini Oms sul Covid - meteoweek.com
La Cina si oppone alle indagini dell’Oms sul Covid (foto via CNN) – meteoweek.com

Secondo quanto si apprende dai media internazionali, il governo cinese non parteciperà a una seconda fase dell’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulle origini di Covid-19. La conferma è arrivata da un annuncio rilasciato da un alto funzionario sanitario cinese, dopo che nella proposta è stata inclusa la possibilità che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan. “Non accetteremo un simile piano per il tracciamento delle origini”, ha dichiarato infatti il vice ministro della Commissione Nazionale per la Sanità, Zeng Yixin, “perchè in alcuni aspetti non ha rispetto per il buonsenso e sfida la scienza”.

“Impossibile per noi accettare un piano del genere”

Il 15 luglio scorso, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus si è unito agli appelli mossi dagli altri Paesi affinché la Cina collabori più attivamente all’indagine, con una nuova ricerca sulle origini del Covid-19 – dato che, ha spiegato il direttore, la prima fase era stata ostacolata dalla mancanza di dati in riferimento ai primi giorni della pandemia.

“Chiediamo alla Cina di essere trasparente, aperta e di cooperare”, ha detto in una conferenza stampa. “Lo dobbiamo ai milioni che hanno sofferto e ai milioni che sono morti di sapere cosa è successo”, ribadisce Tedros Adhanom Ghebreyesus nel suo appello. La Cina, tuttavia, si dichiara contraria alla “politicizzazione dello studio”.

Zeng Yixin, vice capo della Commissione sanitaria nazionale, ha dichiarato in una conferenza stampa a Pechino di essere rimasto “sorpreso” nel vedere la “fuoriuscita dal laboratorio” inserita come obiettivo di ricerca nella seconda fase delle indagini. Zeng Yixin ha anche denunciato “l’arroganza” dell’Oms che vuole ancora chiarimenti sull’origine del virus, e confida che “l’Organizzazione Mondiale della Sanità riveda seriamente le considerazioni e i suggerimenti fatti dagli esperti cinesi, tratti il tracciamento dell’origine del Covid-19 come una materia scientifica, liberandosi delle interferenze politiche”.

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“In alcuni aspetti, il piano dell’Oms per la prossima fase di indagine sull’origine del coronavirus non rispetta il buon senso ed è contro la scienza. È impossibile per noi accettare un piano del genere”, ha affermato il vice capo. Sempre contestualmente alla stessa conferenza stampa, Zeng ha poi risposto anche alle affermazioni del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, secondo cui diversi lavoratori dell’Istituto di virologia di Wuhan si sono ammalati poco prima dei primi casi documentati di Covid-19, affermando che “nessun lavoratore o ricercatore del WIV è stato infettato dal coronavirus”.

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Si ricorda, comuqnue, che l’Oms ha pubblicato un primo rapporto della sua indagine sulle origini del Covid-19 a marzo, documento nel quale viene stabilito che il virus probabilmente ha avuto origine  animale, prima di diffondersi agli esseri umani intorno a dicembre 2019. Tuttavia, un numero crescente di nazioni occidentali (compresi i leader del G7) ha messo seriamente in discussione la completezza del rapporto originale.

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