La Guardia di Finanza di Viterbo ha scovato 12o lavoratori non in regola dopo alcune indagini amministrative
La Guardia di Finanza di Viterbo ha stanato ben 120 lavoratori non in regola, di cui 10 che lavoravano totalmente in nero. Dopo una lunga inchiesta portata avanti dai finanzieri e coordinata dalla Procura, in collaborazione con la polizia, ci sono stati due arresti nell’ambito di un gruppo imprenditoriale, per reati legati allo sfruttamento di lavoratori di varie etnie. I lavoratori venivano utilizzati in distributori stradali siti in vari luoghi del centro Italia.
In questi giorni, i finanzieri stanno notificando provvedimenti di tipo amministrativo, ulteriori a quelli già effettuati a livello penale, nei confronti di sei aziende tra loro legate, che fanno capo allo stesso imprenditore campano e alla sua famiglia. Le Fiamme Gialle hanno scoperto un profitto illecito pari a 835mila euro che corrisponde ai compensi che sarebbero dovuti andare ai lavoratori per le prestazioni svolte e che invece non gli hanno mai erogato.
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Dopo aver accertato i reati in materia di lavoro, che provenivano dall’utilizzo di 10 lavoratori “in nero” e altri 110 non regolari, i finanzieri hanno segnalato la questione agli Uffici accertatori competenti di contributi previdenziali e assistenziali non versati. Le somme non versate corrispondono a 139mila euro e le multe applicabili sono pari a circa 350mila euro.
L’operazione ha permesso di scovare, in collaborazione con l’Inps, tra i lavoratori irregolarmente impiegati, sette persone che ricevevano il il Reddito di Cittadinanza in modo illegittimo. Si è quindi provveduto a denunciarli tutti.