Hanno ricevuto due richiami ma ancora non hanno provveduto alla vaccinazione. In arrivo altri 7mila provvedimenti per altrettanti operatori
Sono partite le prime 1.500 lettere di provvedimento per altrettanti professionisti del settore sanitario che non hanno adempiuto alla vaccinazione contro il Covid-19 nell’Ats di Milano. L’Agenzia di Tutela della Salute lombarda infatti indica la vaccinazione come requisito essenziale per l’esercizio della professione.
Le persone indicate hanno già ricevuto due avvertimenti personali ma non hanno proceduto con l’inoculazione, pertanto saranno saranno ricevuti dagli ordini di riferimento o dalle strutture per cui lavorano entro 48 ore per ricevere la sospensione dal lavoro o lo spostamento ad altra mansione non a contatto con pazienti. Originariamente gli operatori erano 3.500, ma quelli a rischio provvedimenti si sono poi ridotti appunto a 1.500. La categoria più rappresentata di questi sono gli psicologi o coloro che esercitano lavori diversi, meno di 50 sono medici e infermieri che lavorano in struttura.
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Siamo solo all’inizio. Le persone che hanno ricevuto la mail sono dotate di Pec (Posta elettronica certificata) ma l’iter è già avviato per altri 7mila sanitari che saranno raggiunti per raccomandata. Nel gruppo dei 7mila senza Pec, la presenza di infermieri e medici sarebbe più consistente, ma è presto per un bilancio sugli avvertimenti andati a vuoto che si tramuteranno in sospensioni e per capire se il dato possa avere un impatto in termini di vuoti di personale per le strutture.
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Secondo le stime, rispetto al totale dei sanitari presenti nell’ambito di Ats Milano, in realtà le verifiche sulle vaccinazioni hanno interessato una percentuale che è contenuta ampiamente sotto il 10%. I ricorsi che sono stati avviati da diversi professionisti in regione e che hanno interessato anche l’Ats di Milano non ci si aspetta che incidano sugli iter avviati, che proseguiranno non essendo stata riconosciuta una sospensiva in attesa che il Tar si pronunci nel merito.