Un nuovo dibattito agita le fila del governo: la possibilità di inserire l’obbligo vaccinale per i docenti e per gli operatori scolastici.
Quattro regioni e una provincia sono in ritardo sulla campagna vaccinale nelle scuole. È questo il motivo per cui il dibattito sul rientro in presenza a partire da settembre agita il governo. Al momento la vaccinazione generale di maestri, professori e operatori scolastici è alta: l’84,85 per cento ha ricevuto la prima dose, il 75 per cento è immunizzato completamente. Ma questi valori non sono omogenei nel Paese, e questo comporta un’impossibilità di garantire la didattica in presenza da metà settembre, periodo previsto per l’avvio del prossimo anno scolastico.
Le regioni in ritardo sulla campagna vaccinale
Le regioni in questione sono la Sicilia, dove più del 40 per cento non ha ricevuto neanche una dose, la Provincia di Bolzano, la Liguria, la Calabria e la Sardegna. In quest’ultima oltre il 30 per cento di docenti e bidelli non si sono fatti inoculare il siero anti Covid. Oltre a queste regioni, ci sono altri due territori che devono recuperare il gap con le altre: sono Umbria e Trentino.
La posizione del ministro dell’Istruzione
A questo proposito resta cauto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che rimanda la decisione a Palazzo Chigi, sotto indicazione del Comitato tecnico scientifico: “C’è stata una risposta molto responsabile della classe docente e ne terremo conto”. Dell’obbligo vaccinale per gli insegnanti, “questa settimana ne parleremo in Consiglio dei ministri (Cdm, ndr) e la decisione andrà presa dall’intero collegio”, ha specificato. “Abbiamo da tempo messo la scuola in presenza come la nostra priorità assoluta”, ha ribadito infine.
Il Cdm e il parere di Speranza
E infatti della questione si potrebbe discutere anche nel Cdm in agenda domani, mercoledì 21 luglio. Durante la riunione esporrà la sua opinione il ministro della Salute Roberto Speranza, che rappresenta il parere più importante in merito secondo il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il ministro, stando a quanto emerso finora, preferirebbe aspettare ancora 7-10 giorni di tempo per capire se la soglia vaccinati a ridosso di agosto, e a un mese e mezzo dall’apertura delle scuole, possa crescere in maniera adeguata. Poi, se si dovesse confermare il vuoto già presente in troppe regioni, si potrà anche accelerare sulle restrizioni scolastiche.
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Obbligo vaccinale nelle scuole: è Lega contro Pd
Il Partito democratico
Sul tema si contrappongono i pareri del Partito democratico e della Lega. Il primo si è già schierato a favore dell’obbligo vaccinale. Prima con le parole del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, poi con quelle del segretario dem, Enrico Letta. “Le vaccinazioni sono una priorità assoluta, invitiamo il governo a prendere iniziative stringenti. Le scuole”, ha detto chiaramente, “devono rimanere aperte”. Sottinteso, ad ogni costo.
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La Lega
Del parere opposto è invece il Carroccio, il cui leader aveva già definito “terrore” la possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale nelle scuole. Ieri sera, lunedì 19 luglio, lo ha ribadito: ”Si può consigliare agli insegnanti di farsi vaccinare, non obbligarli. I numeri dimostrano che nessun minorenne è morto fino ad ora di solo Covid. E gli insegnanti non vaccinati, chi potrebbero mai infettare? I minorenni appunto… Quindi non sono d’accordo sull’obbligo per gli insegnanti e sull’obbligo in generale“, ha detto il numero uno della Lega durante il suo intervento al programma televisivo ‘Quarta Repubblica’ su Rete Quattro. Ma ha poi assicurato per quanto riguarda se stesso di non essere un no-vax: “Per mia scelta farò il vaccino a brevissimo”.