Caso verbali Amara, indagato Davigo per rivelazione segreto d’ufficio

Nell’ambito dell’inchiesta sui verbali del caso Amara, l’ex consigliere Csm Piercamillo Davigo è ora indagato per rivelazione segreto d’ufficio

Piercamillo Davigo-Meteoweek.com

L’ex consigliere Csm Piercamillo Davigo, ex pm di Mani Pulite, è indagato dalla procura di Brescia per rivelazione di segreto d’ufficio. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, Davigo, nell’aprile 2020, ricevette dal pm Storari, verbali segreti che da dicembre 2019 a gennaio 2020 Piero Amara, ex legale esterno dell’Eni e plurindagato, aveva reso su una presunta associazione segreta, detta «loggia Ungheria» che avrebbe influenzato in modo forte magistrati e alti burocrati dello Stato. Storari riteneva che su tali controverse dichiarazioni si dovesse far luce in modo rapido, invece che, a suo avviso, relegate «in un limbo di immobilismo investigativo dai vertici della Procura».

L’11 maggio scorso, Davogo, durante la trasmissione tv Di Martedì, disse che Storari gli aveva «segnalato una situazione critica e dato il materiale necessario per farmi un’opinione, dopo essersi accertato che fosse lecito. Io spiegai che il segreto investigativo, per espressa circolare del Csm, non è opponibile al Csm».

Per ciò che concerne la presunta impasse della Procura a Milano, secondo Davigo il guaio era «che, quando uno ha dichiarazioni che riguardano persone in posti istituzionali importanti, se sono vere è grave, ma se sono false è gravissimo: quindi, in un caso e nell’altro, quelle cose richiedevano indagini tempestive. Mi sembrava incomprensibile la mancata iscrizione».

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Davigo, individuata «la necessità di informare in maniera diretta e sicura i componenti del Comitato di presidenza Csm (perché questo dicono le circolari)», aveva deciso di parlarne «in misura e in momenti diversi, quantomeno al vicepresidente Csm Ermini; agli altri due membri del Comitato, il procuratore generale e il presidente della Cassazione, Giovanni Salvi e Pietro Curzio; nonché (per spiegare i propri raffreddati rapporti con il consigliere Ardita evocato da Amara) ad alcuni consiglieri Csm e all’onorevole Morra, presidente dell’Antimafia».

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