Il primario del reparto di Ginecologia in cui lavorava Sara Pedri ha rotto il silenzio tramite i suoi avvocati: «Vittima di diffamazione».
Il primario del reparto di Ginecologia dell’Ospedale Santa Chiara di Trento ha, Saverio Tateo, ha deciso di rompere il silenzio. E lo fa attraverso i suoi legali con una nota inviata alla stampa.
«Vittima di campagna di diffamazione»
Saverio Tateo viene definito dai suoi legali come una «vittima di diffamazione». Nella nota, i suoi avvocati Vincenzo Ferrante e Salvatore Scudo scrivono: «Abbiamo riscontrato, e riscontriamo tutt’oggi, che continuano ad apparire dichiarazioni e interviste sugli organi di stampa, intese indebitamente ad anticipare conclusioni ancora tutte da verificare». «Si alimenta così – continua – un gravissimo fenomeno di naming and shaming cui è vittima il nostro assistito e contro il quale valuteremo ogni azione giudiziaria necessaria per la tutela della sua reputazione».
LEGGI ANCHE: Cassazione: «No all’assegno se figlia non vuole studiare o lavorare»
Il caso di Sara Pedri
Saverio Tateo è stato chiamato in causa nell’ambito della scomparsa di Sara Pedri avvenuta il 4 marzo scorso e della quale non si hanno ancora notizie. A seguito della sua scomparsa e delle denunce della sua famiglia, è stata aperta una indagine triplice sul fronte giudiziale, ministeriale e interno all’Ospedale. Il clima vessatorio di cui parlavano i genitori e la sorella di Sara Pedri ha trovato conferma nelle testimonianze di medici e infermieri che hanno lavorato o lavorano tutt’ora nel reparto di ginecologia. Sul cado Pedri è intervenuto anche il Ministro Speranza che ha inviato degli ispettori per raccogliere tutti gli elementi possibili che aiutassero a far luce sulla vicenda.
LEGGI ANCHE: Scontro auto-pullman: morti padre e figlia, lei aveva 21 anni
Le ferie e il silenzio di Tateo
Ha sorpreso la decisione di Tateo di prendere un periodo di ferie nel pieno delle indagini. Tateo che non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito, neanche dopo essere tornato dalle ferie che sono state prese «per non intralciare i controlli». Motivo del suo silenzio, spiegano gli avvocati di Tateo era la volontà di «non interferire con le attività di indagine e accertamento compiute sia dall’autorità giudiziaria sia dalla direzione generale dell’Ospedale». Il primario, però, specificano Ferrante e Scuto: «Ha fornito ogni elemento in suo possesso all’autorità giudiziaria e ha prestato la massima collaborazione».
LEGGI ANCHE: Davide Bistrot, morto per un «mal di testa»: medico indagato per omicidio colposo
Accuse degli altri dipendenti
Nella nota inviata alla stampa non viene fatto esplicito riferimento ai tutti quei dipendenti che hanno mosso accuse nei confronti di Tateo. A riguardo, gli avvocati spiegano: «Tuteleremo l’opera svolta dal dott. Tateo in dieci anni di direzione del reparto nell’arco di una carriera trentennale che lo ha visto operare in Italia e all’estero. Sempre esclusivamente all’insegna della tutela della salute delle pazienti, assicurando elevati standard di prestazione del servizio sanitario pubblico che hanno fatto dell’unità di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Trento un reparto di assoluta eccellenza in Italia».