Michele Colosio non è stato ucciso in una rapina. Vittima di un’esecuzione

Il 42enne bresciano che viveva e lavorava in Messico sembrerebbe essere stato vittima di una vera e propria esecuzione e non di una rapina.

Michele Colosio – Meteoweek

Michele Colosio, 42 anni, non è morto nel corso di una rapina, ma è stato vittima di una vera e propria esecuzione. Il volontario italiano lavorava e viveva a San Cristobal de las Casas, in Chiapas, Messico.

L’esecuzione

L’11 luglio, dopo la vittoria dell’Italia agli Europei, Colosio si è recato in un negozio per fare la spesa. In quel momento è stato avvicinato da una o più persone che, in un secondo momento, hanno sparato contro di lui colpi di pistola. È stato colpito in diverse parti del corpo: addome, gamba e torace. L’ex moglie di Michele Colosio, Karla Concepcion Alcazar Velasquez, aveva ottenuto l’ok per ritirare la salma e farla cremare. Ma il vice Procuratore ha deciso di bloccare l’operazione dato che la legge non permette questo tipo di procedura.

LEGGI ANCHE: Sara Pedri, parla il primario Tateo: «Contro di me solo falsità»

Sembrerebbe che l’agguato di cui è rimasto vittima Michele Colosio non sia legato alla sua attività di volontariato. La dinamica dell’omicidio non è ancora chiara. La polizia messicana sembra seguire una strada ben diversa da un assalto per furto. I magistrati, infatti, date le modalità con cui il 42enne bresciano è stato ucciso fa pensare più ad una vera e propria esecuzione.

Gestione cookie