Per far fronte alla risalita dei contagi, il governo da pensando di applicare un’estensione del Green Pass anche all’interno dei confini nazionali, prendendo come esempio il modello francese. Tuttavia, i pareri all’interno dell’esecutivo sono contrastanti. Per questo, molto probabilmente, si opterà per una mediazione: il Green Pass potrebbe essere esteso per l’accesso ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza (come aerei o treni). L’ipotesi sarà valutata in occasione della cabina di regia, prevista lunedì o martedì prossimo.
L’idea generale al vaglio del governo è chiara: estendere l’obbligo del Green Pass anche all’interno dei confini nazionali per accedere ad alcuni luoghi aperti al pubblico. Tuttavia, il punto su cui si sta dividendo l’esecutivo è: quali luoghi? Il modello alla francese annunciato da Macron e in vigore dal 21 luglio prevede l’obbligo di Green Pass anche per l’accesso a bar e ristoranti, una misura che ha scatenato non poche proteste in tutta Francia. Così, dovendosi confrontare con il no secco di alcune forze politiche e osservando cosa accade dietro casa, anche i più ferventi sostenitori della misura dovranno piegarsi a una mediazione. Il provvedimento verrà introdotto tramite un decreto, e il dossier è già sul tavolo dell’esecutivo: oggi – dopo aver analizzato i dati del monitoraggio settimanale – il governo delineerà i dettagli del provvedimento da discutere nella cabina di regia, convocata martedì prossimo.
Tutto questo accade in un quadro epidemiologico in rapida evoluzione: a preoccupare sono la crescita dei contagi giornalieri (ieri 2.455) e il tasso di positività salito a 1,3% a causa della variante Delta. Certo, rassicurano i dati bassi sui ricoveri e sulle morti (ieri 9), ma nonostante l’intenzione di delineare nuovi parametri per l’attribuzione delle zone di rischio, il pericolo è di veder tornare parte dell’Italia in zona gialla, se non addirittura arancione. Per questo la proroga dello stato di emergenza di almeno due mesi si fa sempre più scontata, per questo si parla dell’estensione di obbligo di Green Pass, per questo si cerca – attraverso la misura sul “Certificato verde” – di incentivare i cittadini ad effettuare la vaccinazione. Il problema ora è capire che tipo di provvedimento applicare. E su questo già spuntano le prime ipotesi.
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L’ipotesi al momento più accreditata prevede l’introduzione del Green Pass obbligatorio per i luoghi a maggior rischio affollamento, compresi i mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come aerei o treni. Ma sulla questione sarà necessario ripartire dalle domande fondamentali, come ad esempio: è opportuno seguire il suggerimento dei tecnici, riservando – almeno per alcune attività – l’utilizzo del Green Pass solo dopo aver effettuato la seconda dose? Su questo e su molto altro ragionerà il governo che, stando alle prime indiscrezioni, non dovrebbe fare un copia-incolla della misura Macron. La prima a parlare esplicitamente di “via italiana all’uso allargato del Green Pass” è stata ieri Maria Stella Gelmini, che a Bruxelles ha affermato: “E’ normale avere sensibilità differenti, ma sono fiduciosa che anche su questo tema, come ha detto il presidente (delle Conferenza delle Regioni) Fedriga, si troverà una soluzione unitaria. Se non vogliamo tornare a dover chiudere il paese non possiamo perdere tempo e non possiamo accontentarci dei risultati buoni che abbiamo raggiunto. Dobbiamo fare uno scatto in avanti“.
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Ma cosa potrebbe prevedere questa “via italiana“? Innanzitutto, la riconferma dell’obbligo del Green Pass per i luoghi a maggior rischio affollamento, come stadi, concerti, eventi pubblici e convegni. La misura, applicata a tappeto, permetterebbe anche di estendere la capienza raggiungendo il 100%. Inoltre, il Green Pass sarà con ogni probabilità confermato anche per i banchetti che seguono le cerimonie civili o religiose, su cui sarà necessario un controllo delle forze dell’ordine e, in caso di infrazione, l’applicazione di una contravvenzione. Un’altra ipotesi concretamente sul tavolo e già anticipata, è quella di richiedere l’obbligo di Green Pass per mezzi a lunga percorrenza (come aerei o treni). La stessa misura, però, non è al momento al vaglio per il trasporto pubblico, come autobus e metro.
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Poi ci sarà da affrontare l’annoso nodo ristoranti e bar al chiuso, che probabilmente non avrà immediatamente l’ok a causa di diverse divergenze politiche. L’ipotesi, però, resterebbe aperta in caso di reale rischio di ulteriori chiusure previste per le zone arancioni o rosse: in quel caso si potrebbe ricorrere al Green Pass per consentire alle attività di restare aperte. Insomma, i dubbi sono ancora tanti ma iniziano a districarsi. Per ora l’atteggiamento del governo italiano appare più soft rispetto a quello francese, ma la politica può decidere fino a un certo punto. Superata una certa soglia, saranno i contagi a decidere.
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