Oggi il tavolo di trattativa tra azienda, istituzioni e sindacati. Si tenta di salvare 422 lavoratori. Previsto presidio delle associazioni
Si apre oggi il tavolo del ministero per lo Sviluppo economico sulla vertenza della Gkn di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, sul licenziamento dei 422 dipendenti dell’azienda. Sarà il primo faccia a faccia tra vertici aziendali, organizzazioni sindacali e istituzioni fiorentine e toscane, con la regia della viceministra pentastellata Alessandra Todde. La contestazione riguarda la mail con la quale l’azienda annunciava ai singoli lavoratori la fine del rapporto di lavoro proprio in concomitanza del termine del blocco dei licenziamenti deciso dal governo come misura per fronteggiare l’emergenza economica dovuta al Covid.
“Noi siamo in fabbrica. Questa è casa nostra. Da qua non ci muoviamo. Se sfondano qua, sfondano dappertutto. Fatevi un favore. Unitevi alla lotta” si legge in una nota del collettivo dei lavoratori della Gkn. “Quando imbocchi la strada per andare al Mise – scrive il collettivo – imbocchi la strada percorsa da migliaia di altre vertenze. Lungo quella strada si sono persi quasi tutti. Cotti a fuoco lento da una girandola di tavoli e promesse, piegati dai peggiori ricatti, dalla rassegnazione o dalla disperazione economica”.
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L’incontro come detto è previsto per il primo pomeriggio di oggi e vedrà il contestuale presidio organizzato da Cgil e Fiom. Prevista una massiccia presenza di partecipanti, ma sarà solo un anticipo rispetto allo sciopero generale provinciale di quattro ore indetto per lunedì dai sindacati confederali, con quelli di base che a loro volta incroceranno le braccia per l’intera giornata. Prevista anche un agitazione nella piazza di Santa Croce a Firenze. Già posizionato un grande striscione con scritto “Firenze difende il lavoro”. Già annunciata anche la presenza di Confartigianato.
I lavoratori Gnk sono sul piede di guerra e credono poco in una risoluzione positiva dell’incontro: “Noi non abbiamo la presunzione di essere più bravi, più coraggiosi o semplicemente migliori di chi ci ha preceduto. Siamo fragili. Con le nostre paure e i nostri egoismi. Non c’è nulla da idealizzare in noi. Sappiamo di avere a che fare con dei professionisti della miseria e della divisione dei lavoratori” si legge ancora nella nota. “Noi siamo uguali a tutti coloro che ci hanno preceduto. Ci portiamo dietro tutte le ferite e le sconfitte delle precedenti vertenze. Siamo e siamo stati i minatori sardi, gli operai dell’Alfa Romeo di Arese, di Termini Imerese, siamo gli operai della Bekaert. Ma proprio perché li portiamo tutti con noi, perché li sentiamo sulla nostra pelle, noi possiamo provare a essere diversi. Saremo diversi se saremo tutti. Si perde sempre, tranne quella volta che si vince“.
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Da parte sua la viceministra Todde allo Sviluppo Economico dichiara che “Il nostro obiettivo primario è farli recedere dalla scelta di chiudere lo stabilimento e quindi aprire una trattativa per soluzioni che salvaguardino il perimetro occupazionale. Le ristrutturazioni sono lecite, le delocalizzazioni annunciate via mail sono inaccettabili. Ho convocato l’azienda e le istituzioni locali, Regione e comuni coinvolti e ho deciso di fare il tavolo direttamente a Firenze“.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervenendo a Radio 1 ha affermato: “La vicenda è assolutamente inaccettabile. Credo che oggi non si possa che partire da una posizione sulla quale mi auguro che convergano tutti i soggetti, dalle istituzioni ai sindacati, ovvero aprire un tavolo vero di confronto con l’azienda e il fondo finanziario proprietario e sospendere la procedura di licenziamento. Non ha senso aprire un tavolo se non si sospendono i licenziamenti“. E continua attaccando l’azienda per la sua scelta di delocalizzare: “Qui non c’è una crisi, non siamo di fronte a un fallimento, tant’è che l’altra fabbrica di GKN in Italia è funzionate e attiva. Quindi non c’è motivo per mandare via i lavoratori, che devono essere tutti confermati e tutelati”.
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