Zoomafia 2020 ha rilevato come bande criminali dedite alle lotte clandestine tra animali facciano uso del web per vari scopi
Il 2020 non è stato un anno particolarmente pieno di combattimenti tra animali, o meglio, non si sono registrate indagini importanti, forse per la questione pandemia. Tuttavia, c’è stato un arresto, ci sono stati dei sequestri, tra cui quelli di parecchi pitbull e 4 denunce a vario titolo. La riduzione delle attività di polizia non è però pari alla diminuzione delle attività criminali in questo settore, che da diverso tempo ha trovato nuove vie per organizzarsi, soprattutto sfruttando il web.
È quanto spiega l’Osservatorio Zoomafia Lav. Negli anni precedenti ci sono state molte inchieste che hanno mostrato come le bande criminali che si occupano di lotte clandestine siano diffuse in tutta Italia e utilizzino in modo spregiudicato i social network. Non a caso li usano per fissare incontri, organizzare le lotte, fare scommesse, acquistare e vendere cani.
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Dal 1998 al 2000 incluso ci sono stati 1290 sequestri di cani e 120 galli usati per i combattimenti clandestini. 526 denunce, 17 arresti. Tre i combattimenti interrotti cogliendoli in flagranza di reato. Tra i reati correlati, spaccio di droga, associazione a delinquere, violazione domicilio, invasione terreni, ricettazione animali.
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