Recovery Plan, l’Ue dà il via libera ai piani di ripresa di 12 nazioni. Von der Leyen: “I finanziamenti possono partire”. Ottimista Dombrovskis: “L’economia riprenderà più velocemente del previsto”.
Ursula von der Leyen ha firmato i primi piani degli Stati membri dell’UE per spendere 800 miliardi di euro del Recovery Fund di Bruxelles. Nella giornata di martedì, la Commissione ha raccolto una prima tranche di 20 miliardi di euro del fondo attraverso la vendita di obbligazioni a 10 anni. La massiccia emissione congiunta di debito, la più grande nella storia dell’Unione, è vista a Bruxelles come una pietra miliare nella storia dell’Ue.
“Con l’approvazione del piano di ripresa da parte del Consiglio, i finanziamenti per Next Generation Eu possono iniziare”, ha spiegato via social la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. In particolare, ha sottolineato, quello dell’Italia sarebbe “un piano senza precedenti: nei prossimi anni verranno investiti 191,5 miliardi per aiutare a ricostruire l’economia, renderla più verde, digitale e pronta al futuro”.
L’Ue verso la ripresa dopo la pandemia
Quanto realizzato con il Recovery Fund viene considerato anche un modo per rilanciare l’immagine di soldilità e solidarietà dell’Ue. Secondo quanto è stato pubblicato dal Consiglio europeo per le relazioni estere (ECFR) la scorsa settimana, infatti, nell’ultimo sondaggio i risultati hanno suggerito una scarsa fiducia nei confronti del progetto Ue, con la maggioranza di Francia (62%), Italia (57%), Germania (55%), Spagna (52%) e Austria (51%) che lo ha descritto come “non funzionante”.
Il primo programma nazionale a ricevere quello che Von der Leyen ha descritto come il “via libera” della Commissione è stato quello del Portogallo, con un piano di recupero e resilienza da 16,6 miliardi di euro – composto da 14 miliardi di euro in sovvenzioni e 2,6 miliardi di euro in prestiti. Secondo lo schema definito dall’Unione, i piani nazionali devono destinare almeno il 37% della spesa ai progetti in linea con l’obiettivo dell’Ue per il 2050 di zero emissioni nette di gas serra, oltre che il 20% alla digitalizzazione.
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L’accordo di martedì consente dunque alle 12 nazioni di sbloccare il 13% del prefinanziamento, forse già entro la fine del mese, ha spiegato il vice presidente Ue, Valdis Dombrovskis. Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha invece affermato che una simile azione “aumenterà la fiducia nei mercati, nei Paesi, e consentirà l’avvio di investimenti e riforme”.
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Dopo il crollo economico dello scorso anno provocato dalla pandemia, le economie europee sono destinate a riprendersi ai livelli più alti degli ultimi decenni, in linea con l’allentamento delle restrizioni anti-contagio. I rischi rimangono legati alla diffusione di nuove e ulteriori varianti del virus, anche se Dombrovskis ha espresso comunque un certo ottimismo. “Man mano che la fiducia delle imprese cresce, gli investimenti aumentano e le persone iniziano a spendere di più. Si prevede che l’economia riprenderà un po’ più velocemente del previsto”, ha spiegato il vice presidente Ue.