Il Premier e la ministra di Giustizia in visita nella struttura dopo i pestaggi avvenuti lo scorso anno. “Il Governo vuole dimenticare”
È la prima volta che un Presidente del Consiglio visita Santa Maria Capua Vetere e ci sono anche difficoltà a ricorda l’ultima volta che un PdC in carica lo abbia fatto. Mario Draghi era in compagnia della ministra di Giustizia Marta Cartabia per un avvenimento che segna la gravità dei fatti avvenuti nel struttura in provincia di Caserta e forse porta finalmente una svolta nella scarsa attenzione che il nostro Paese pone sul tema della detenzione.
I pestaggi avvenuti nell’istituto campano Francesco Uccella lo scorso anno ma venuti alla luce solo poche settimane fa, documentati con tanto di immagini video, hanno scioccato non solo l’opinione pubblica ma anche le istituzioni italiane ed europee. Cartabia e il Governo stanno lavorando a una importante riforma della Giustizia, all’interno del pacchetto di leggi è possibile immaginare che venga inserito anche qualche intervento che migliori le condizioni di detenzione e metta finalmente un freno agli abusi della polizia penitenziaria all’interno delle carceri.
L’inchiesta, che ha portato a 52 misure cautelari nei confronti dei poliziotti che dovranno rispondere di torture, maltrattamenti e falso, è partita in seguito alle denunce, da parte di alcuni detenuti, di violenze avvenute nei loro confronti come “punizione” per la rivolta scoppiata il 6 aprile 2020 a seguito di alcuni casi di positività al Covid in carcere.
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All’arrivo dei due membri delle istituzioni, si levano applausi e un coro da parte dei detenuti: “Indulto, indulto”. Ad accogliergli il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, la direttrice dell’Istituto Elisabetta Palmieri e il provveditore campano, Carmelo Cantone, che è appena subentrato all’alto funzionario Antonio Fullone, anch’egli travolto dallo scandalo. Draghi e Cartabia hanno visitato alcune aree del carcere e incontrato gli attuali 900 detenuti, i 400 agenti della polizia penitenziaria e i 35 dipendenti di Santa Maria Capua Vetere. A detta dei sindacati, manca di almeno 50 unità necessarie per il corretto funzionamento dell’organizzazione.
“Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire. Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani” ha detto il presidente del Consiglio al termine della visita. “Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Capo del dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria, Provveditore Regionale, Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti, dottoressa Palmieri, ma soprattutto comunità delle carceri, oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi ma ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte”.
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“Il Governo non ha intenzione di dimenticare. L’Italia è stata condannata due volte dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per il sovraffollamento carcerario. Ci sono quasi tremila detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili. Negli istituti campani sono circa 450. Sono numeri in miglioramento, ma comunque inaccettabili. La detenzione deve essere recupero, riabilitazione e gli istituti penitenziari devono essere comunità, non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso” ha concluso il premier.
Davanti alla stampa è intervenuta anche la ministra Cartabia: “La pandemia ha esasperato i problemi del carcere, ha fatto da detonatore di questioni irrisolte, problemi che hanno una data antica. Non basta condannare quanto è accaduto, bisogna rimuovere le cause profonde per far sì tutto ciò non si ripeta. Non siamo venuti qui per un’ispezione – ha spiegato – certo quanto accaduto deve trovare i suoi responsabili, ma noi siamo qui perché i gravissimi fatti accaduti richiedono una presa in carico collettiva di tutti i problemi delle carceri italiane. Il primo e più grave tra tutti i problemi è il sovraffollamento. Sovraffollamento significa spazio dove è difficile anche muoversi, dove d’estate, come abbiamo sperimentato anche oggi, si fa fatica persino a respirare. Una condizione che si traduce in difficoltà nel proporre attività che consentano alla pena di favorire, nel modo più adeguato, percorsi di recupero dei detenuti. I problemi delle carceri sono problemi di tutto il governo e di tutto il Paese. La sua presenza dice e le sue parole esplicitano che di quei problemi tutto il governo vuole farsi carico”.
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“Oggi è una giornata storica, speciale. La vostra presenza ha il significato, ha il senso di una forte speranza per il nostro futuro” ha detto Elisabetta Palmieri, direttrice del carcere, a margine della visita. “Stiamo attraversando un momento terribile, orrendo, senza precedenti – ha aggiunto – ma la vostra vicinanza e il vostro supporto rappresenta per noi quello che auspichiamo possa essere un nuovo inizio per la polizia penitenziaria e tutto il sistema penitenziario“.
Intanto i sindacati della polizia penitenziaria, manifestando apprezzamento per un’azione così forte e simbolica, auspicano che dalle istituzioni “arrivi un tangibile e risolutivo intervento nell’interesse di tutti“, come sottolinea Luigi Castaldo, vicesegretario regionale di Osapp. Mentre il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, che ritiene “di grande importanza l’intervento di oggi al carcere di Santa Maria Capua Vetere”, chiede che “dopo questa visita si riavvii quel processo di riforme che aveva interessato il nostro Paese all’indomani della condanna del 2013 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”.
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