Il ritorno degli studenti in presenza a scuola a partire da settembre è in bilico: il governo lo vorrebbe, ma il Cts sta ancora valutando.
Troppa disparità. È questo il problema della campagna vaccinale all’interno degli istituti e tra il personale scolastico. Ad annunciarlo è Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) e direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica del Bambino Gesù di Roma. Lo ha detto durante l’evento digitale “Life Sciences Pharma & Biotech Summit”, organizzato dal Sole 24 Ore. Ciò significa che ci sono Regioni in cui le somministrazioni stanno andando bene come il Lazio, stando alle parole del governatore Nicola Zingaretti, e Regioni in cui invece ci sono più ritardi. Cosa che potrebbe causare un’incertezza nel rientro a scuola degli studenti a partire da settembre. Tanto che, come ha detto lo stesso ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il governo sta lavorando per un ritorno in presenza, ma per farlo serve prima l’avallo degli esperti del Cts.
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E il Cts ha parlato di una forte disparità territoriale. Nello specifico è stato, appunto, Locatelli a definire la situazione in Italia e ciò che comporta. “Certamente – ha detto per iniziare il coordinatore del Comitato – va incentivata e fortemente raccomandata la vaccinazione del personale scolastico, docente e non. Esiste ancora disparità tra regioni che va decisamente eliminata. Abbiamo regioni con una percentuale di immunizzazione al 90 per cento e altre al 60 per cento, questa disparità va eliminata per creare le condizioni per una ripresa con continuità delle lezioni in presenza. Perché le lezioni in presenza significa deprivazione sociale e psicoaffettiva”. Il primo obiettivo deve dunque essere quello di equilibrare i numeri delle somministrazioni nelle diverse Regioni d’Italia.
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Rendere la vaccinazione obbligatoria potrebbe essere una soluzione al problema? Secondo Locatelli no, perché sarebbe troppo complicato. “Quanto alla obbligatorietà – ha infatti sottolineato l’esperto – mi sono fortemente espresso per l’obbligatorietà della vaccinazione nel personale sanitario, e su questo non ho la minima esitazione. Ma – spiega infine – per il personale scolastico credo sia più complesso, abbiamo scelto la vaccinazione facoltativa e credo la strada maestra sia fornire argomentazioni scientifiche, che non mancano, per la vaccinazione di personale scolastico e degli adolescenti“. La vaccinazione, ha concluso, “va promossa anche con campagne mediatiche e, da questo punto di vista, di più è meglio”.
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