Studenti italiani bloccati a Malta, i genitori: “Scarseggiano cibo e acqua”

I ragazzi, tutti minorenni, sono bloccati in un albergo per le restrizioni imposte da Covid. Ma i genitori ne denunciano le condizioni

La cittadina di Saint Julian a Malta

Continua l’incubo vissuto da un gruppo di studenti italiani minorenni bloccati a Malta da giorni a causa della quarantena obbligatoria imposta dal Paese poiché alcuni di loro sono risultati positivi al test del Covid. I genitori ora denunciano gravi inadempienze da parte delle autorità maltesi, rei, a detta loro, di avere lasciato i ragazzi con scarso cibo e addirittura senza acqua.

I numero di contagiati è salito, alcuni ragazzi spiegano di ricevere solo due bottigliette di acqua al giorno ma niente cibo” racconta l’avvocato Erich Grimaldi, presidente del Comitato Cura Domiciliare Covid-19. “Non abbiamo cibo, per favore ricaricatemi il cellulare“, è il messaggio inviato da un giovane di Tricase (Lecce) alla madre che si è rivolta al Comitato. “Continuiamo a ricevere richieste, il numero dei contagiati sale e noi rispondiamo“, ha detto Grimaldi. Il gruppo di ragazzi italiani era in vacanza studio e si trova in una struttura nella cittadina di Saint Julian, vicino La Valletta.

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Ha la tosse e mal di gola, non è stato visitato e l’albergo si è rifiutato di portare in camera una cena aggiuntiva che aveva ordinato on-line insieme ai suoi compagni di stanza” racconta una madre di Roma il cui figlio fa parte del gruppo. Il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 ha chiesto a un medico volontario che “ha già fatto una ricetta per alcuni farmaci, ma se la reception dell’albergo non glieli consegna non sappiamo come farglieli arrivare.

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Le autorità italiane sono state allarme e si richiede l’intervento della Farnesina. “Massima attenzione per gli 80 ragazzini italiani, di cui 5 nostri corregionali, bloccati a Malta a causa di un focolaio sviluppatosi in seno a una vacanza studio” dice la deputata Sabrina De Carlo. “La normativa maltese prevede una quarantena di 14 giorni anche per i contatti stretti non positivi prima del rientro – ricorda la deputata -. Tuttavia, come confermatomi dal Ministero che ho sollecitato personalmente in merito alla questione, la Farnesina, in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Malta, sta lavorando assiduamente per sensibilizzare le competenti autorità locali, anche ad alti livelli, al fine di consentire il rientro in Italia di coloro che sono risultati negativi al tampone. E’ nostra priorità – conclude – garantire il prima possibile il rientro in sicurezza di questi ragazzi, tutti minorenni. Manteniamo alta l’attenzione e continuiamo a lavorare“.

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