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L’operazione ha visto la collaborazione tra Gdf, Polizia, Marina militare e Frontex. Ecco cosa è successo
La cooperazione tra Guardia di Finanza, Polizia, Marina militare e Frontex ha permesso di bloccare due cittadini ucraini ritenuti scafisti dell’imbarcazione che sabato 10 luglio ha portato sulle coste siracusane 32 migranti.
Gli agenti hanno trovato un piccolo gommone non lontano dal luogo in cui hanno soccorso i migranti. Grazie a un veloce scambio di info tra questura e Gdf, si è sospettato che il gommone potesse essere tender di un veliero con bandiera tedesca avvistato e fotografato il giorno precedente a 50 miglia a est delle coste della Sicilia.
È scattata quindi la nuova missione di ricerca che ha individuato il veliero 20 miglia a sud di Pozzallo, diretto a Malta. L’imbarcazione sospetta non batteva più bandiera tedesca ma statunitense e non aveva il gommone di servizio. I militari hanno raggiunto la barca a bordo della quale c’erano i due cittadini ucraini, la bandiera tedesca e tracce di numerose persone a bordo. Non hanno trovato documenti della barca, poi portata nel porto di Marzamemi per eseguire ulteriori controlli.
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Dopo i rilievi, polizia e guardia di finanza hanno acquisito «una quantità di elementi probatori tali da ritenere certo che i migranti rintracciati sulla costa il giorno prima fossero sbarcati proprio da quel veliero catturato in alto mare». Ora i due ucraini sono sottoposti a fermo giudiziario e la barca è sotto sequestro.
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