Sileri su Covid:«Se percentuale giovani vaccinati sarà così bassa non sarà garantita ripresa al 100% lezioni in presenza»
Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, intervistato da La Stampa dice la sua sulla situazione Covid nel nostro Paese e avverte:«Gli assembramenti per gli Europei hanno accelerato la diffusione della variante in Italia». Poi aggiunge:«Entro dieci giorni la Delta sarà prevalente ma niente obbligo di mascherine all’aperto. Vanno rafforzati i controlli in caso di assembramenti e devono scattare le sanzioni».
Sileri prosegue affermando che su un Paese tutto in zona bianca «non vedo un rischio immediato, ma non si può escludere che ci sia qualche passo indietro, con cambi di colore di alcune Regioni e istituzione di zone rosse a livello locale. Dovremo, però, fare riferimento al numero di ricoveri, più che a quello dei contagi. Questo perché l’età media dei nuovi positivi si abbassa e i giovani si ammalano di Covid in forma lieve».
Il sottosegretario, in merito ai giovani ha detto che è importante, «oltre a spingere sulle vaccinazioni, intercettare quanti più positivi possibile, soprattutto quelli asintomatici. In questo senso resto favorevole alla riapertura delle discoteche a patto che sia gestita con regole ferree, compreso l’obbligo di tampone per poter entrare. In questo modo si dà un motivo in più ai ragazzi per sottoporsi al test e si aumenta la diagnostica sul territorio. Senza contare che i controlli in discoteca sarebbero più stringenti rispetto alle feste improvvisate sulla spiaggia».
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Se la percentuale dei giovani che hanno fatto il vaccino «si mantiene così bassa, non potrà essere garantita una ripresa al 100% delle lezioni in presenza, almeno nelle prime settimane. Poi andrà potenziata la campagna diagnostica nelle scuole, con tutti i mezzi disponibili. Di buono c’è che verranno meno i contagi innescati fuori dalla scuola, ad esempio sui mezzi pubblici, perché lì la maggioranza dei passeggeri sarà coperta dal vaccino».
Per ciò che concerne gli insegnanti, il discorso cambia in quanto «si tratta del 15% del totale e distribuito solo in alcune Regioni, più di 60mila solo in Sicilia. E perché penso serva la moral suasion: far capire al personale scolastico che deve vaccinarsi innanzitutto per tutelarsi, perché lavoreranno in un contesto a rischio. A settembre e ottobre il virus rialzerà la testa e circolerà inevitabilmente nelle nostre scuole, ma a finire in ospedale per il Covid saranno essenzialmente due categorie: non vaccinati e fragili con altre patologie».
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