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Cronaca

«I contagi tornano a salire», l’allarme degli epidemiologi

La tendenza della curva epidemiologica del Covid-19 non è più in discesa. I contagi in Italia stanno tornando a salire. Non accadeva dalla fine di aprile. La diffusione della variante Delta, inoltre, preoccupa gli esperti. A lanciare l’allarme è stata l’Associazione Italiana di Epidemiologia, che ha sviluppato un sistema di monitoraggio e analisi dei dati.

Il numero di positivi è tornato ad essere in crescita – meteoweek.com

Il graduale ritorno alla normalità dell’Italia, totalmente in zona bianca, sta iniziando a mostrare i primi risultati negativi. La curva epidemiologica del Covid-19, infatti, ha invertito la tendenza. Da fine aprile era in discesa, ma adesso quest’ultima si è interrotta. I contagi sono tornati ad essere in aumento. Una ulteriore preoccupazione rispetto ai mesi scorsi, inoltre, è rappresentata dalla variante Delta, che potrebbe diventare predominante prima dell’autunno, come avvenuto in altri paesi europei. L’allarme in merito all’arrivo di una nuova ondata – la quarta – è stato lanciato dalla Associazione Italiana di Epidemiologia, che ha sviluppato il sistema MADE (Monitoraggio e Analisi dei Dati dell’Epidemia).

L’allarme dell’Associazione Italiana di Epidemiologia

Negli ultimi giorni, i dati della sorveglianza epidemiologica COVID-19 suggeriscono una possibile inversione di tendenza rispetto all’andamento in costante decremento registrato dalla fine di aprile in poi in tutta Italia”. Lo ha scritto in una nota l’Associazione Italiana di Epidemiologia. Il gruppo di esperti, attraverso il sistema MADE, in queste settimane ha analizzato i dati relativi all’epidemia nel Paese. Essi hanno messo in evidenza un incremento dell’indice di replicazione diagnostica (RDt) a partire dallo scorso 20 giugno, con undici regioni che negli ultimi giorni hanno superato la soglia di 1. “Come l’anno scorso ci ritroviamo all’inizio dell’estate, dopo circa un mese dall’allentamento delle misure di restrizione, con chiari segnali di ripresa della circolazione virale, che non potrà che aumentare alla luce degli spostamenti turistici, tra regioni e da altri Paesi”.

La campagna di vaccinazione sta proseguendo, ma al momento nei numeri non sembrerebbero esserci grandi variazioni nel tasso di mortalità. Una rilevante percentuale della popolazione, infatti, non ha ancora ricevuto il siero. “Anche se l’Rdt è solo uno degli indicatori dell’attuale fase pandemica, è importante notare che finora non si è registrato un calo evidente della letalità delle infezioni e che i decessi sono diminuiti in proporzione alla diminuzione dei casi”, prosegue l’associazione. “La differenza sostanziale rispetto allo scorso anno è rappresentata dalla disponibilità di vaccini antiCOVID-19, la cui efficacia nel prevenire la malattia sintomatica e le sue conseguenze più gravi è stata ampiamente dimostrata. In Italia la campagna vaccinale sta procedendo, ma il numero di decessi registrato quotidianamente è ancora elevato rispetto ai nuovi casi identificati”.

Un ciclo di vaccinazione completo è indispensabile per contrastare le varianti – meteoweek.com

Le preoccupazioni per la variante Delta

I consistenti timori degli esperti, inoltre, riguardano la diffusione della variante Delta. Essa ha messo in difficoltà già altri paesi europei. “La capacità di diffusione del contagio è del 40-60% superiore rispetto alla variante alfa e la circolazione è più elevata tra i giovani; Il rischio di ospedalizzazione dei casi contagiati con variante delta è doppio rispetto alla variante alfa, ed è particolarmente aumentato nelle persone con morbosità”. Soltanto una vaccinazione completa può contrastare la manifestazione dei sintomi. “L’efficacia dei vaccini disponibili nel proteggere dalla malattia sintomatica dopo una singola dose si riduce in presenza di variante delta (33,5% nella variante delta verso 51,1% nella variante alfa), mentre sembra buona al completamento del ciclo vaccinale, ma inferiore rispetto alle valutazioni iniziali”.

Una continua crescita della curva epidemiologica del Covid-19, al momento, sembra dunque inevitabile o quantomeno «prevedibile». “Nelle prossime settimane, come l’anno scorso, assisteremo ad un aumento nell’incidenza dei contagi, legato soprattutto alla mobilità dei giovani adulti: è possibile, tuttavia, mettere sollecitamente in campo una serie di azioni di sanità pubblica per identificare gli ambiti di intervento, contenere l’incremento dei casi positivi e limitarne l’impatto sul sistema sanitario e sulla salute dei cittadini”, si legge ancora nel comunicato dell’Associazione Italiana di Epidemiologia.

LEGGI ANCHE -> A che punto è la campagna vaccinale? Obiettivo autunno per Figliuolo

Le possibili soluzioni per frenare i contagi

Gli esperti hanno stilato, dunque, una lista di accorgimenti da seguire per evitare l’arrivo di una quarta ondata di Covid-19 in Italia. Innanzitutto sarà necessario rimodulare la campagna di vaccinazione dando priorità al completamento, nel più breve tempo possibile, del ciclo vaccinale per coloro che sono più vulnerabili, ovvero le persone di età superiore a 50 anni oppure con patologie. Inoltre, dovranno essere potenziartele attività di sequenziamento genomico dei tamponi molecolari, in modo omogeneo e stabile in tutte le Regioni, al fine di individuare la diffusione della variante Delta ed avere dati oggettivi su quest’ultima, in relazione a eventuali ricoveri e/o decessi.

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Un importante contributo alla causa, inoltre, sarà dato dalle attività già messe in atto. Il contact training, in particolare, attraverso cui è possibile individuare coloro che sono stati a contatto con i positivi al fine di sottoporli a quarantena in attesa dell’esito del tampone. L’obiettivo è quello di interrompere le catene di trasmissione e circoscrivere la diffusione del Covid-19. Da controllare, per di più, gli spostamenti tra regioni e tra Paesi, che potrebbero alimentare i contagi. Infine, le consuete misure di prevenzione individuale: dall’utilizzo della mascherina al distanziamento sociale, fino all’igiene delle mani.

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