Ok del Consiglio dei Ministri alla riforma, soddisfatto il premier. Cosa prevede la nuova Giustizia dopo il lavoro della ministra Cartabia
Via libera in Consiglio del Ministri alla riforma della Giustizia su cui la ministra Marta Cartabia lavorava da mesi. La nuova legislazione prevede di mandare in soffitta le modifiche volute dal precedente Guardasigilli in quota M5S Alfonso Bonafede. Il testo è passato con voto unanime. Il premier Mario Draghi ha ringraziato la ministra Cartabia “per questo bel testo“
“Lo sforzo della riforma è stato dare un’immagine del processo penale in cui tutti potessero riconoscersi“, ha detto la ministra illustrando gli emendamenti. Grandi critiche dal Movimento 5 Stelle che si trova ulteriormente spaccato sul tema della Giustizia dopo le beghe interne al partito. Ecco un quadro che riassume i principali punti della riforma.
L’obiettivo principale del testo proposto dalla Ministra è quello di velocizzare i tempi della giustizia. Questo passaggio permette inoltre di elevare gli standard italiani per renderli compatibili con quelli europei, punto fondamentale per gli obiettivi imposti dall’Ue per accedere ai fondi del Pnrr.
Si va dall’indicazione di alcuni paletti per il ricorso in appello, alla relazione al Parlamento di criteri di massima per l’azione penale. E poi c’è un intervento sui riti alternativi. Sulle indagini preliminari si prevede l‘introduzione di termini stretti per la durata delle indagini preliminari, affidate al controllo dei Gip. L’azione penale non sarà più a totale discrezione delle procure e il principio della obbligatorietà troverà un correttivo nelle indicazioni che verranno dal Parlamento che stabilirà le priorità sulle quale concentrarsi.
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Sul nodo della prescrizione si è rischiata la spaccatura nel Governo, con i 5 Stelle fortemente critici. L’ultima riforma sul tema era quella attuata dal governo Conte e dal ministro Bonafede. La proposta di Cartabia prevede di mantenere la riforma per il primo grado, con il decorrere della prescrizione sostanziale, mentre per i gradi successivi di introdurre un meccanismo processuale di “improcedibilità“: due anni di tempo per chiudere l’appello, un anno per la Cassazione, decorsi i quali il processo si chiude. Non sono previsti sconti di pena per il condannato mentre per l’assolto termina ogni procedimento.
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Un altro punto su cui ha insito Cartabia è la drastica riduzione dei fascicoli penali. Avanti tutta anche con l’istituto della ‘messa alla prova’ che contempla la possibilità per l’indagato di chiedere subito al giudice nella fase delle indagini preliminari di fare i lavori socialmente utili. Si preme molto anche sui riti alternativi come i patteggiamenti. Inoltre si delega il governo a rendere più efficiente e spedita la giustizia penale attraverso la digitalizzazione e le tecnologie informatiche.
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