La scuola inizierà a settembre, ma le modalità non sono ancora note. La pandemia di Covid-19, infatti, potrebbe mettere a rischio anche il prossimo anno scolastico. L’obiettivo è ripartire in sicurezza, seppure ancora la maggior parte degli studenti ed una cospicua percentuale di insegnanti e collaboratori non abbiano ricevuto il vaccino contro il virus. Un gruppo di presidi, a fronte di ciò, ha proposto di inserire l’obbligatorietà per tali categorie, come avvenuto per medici e operatori sanitari.
Gli studenti italiani a metà settembre torneranno sui banchi. Il Governo vorrebbe dire addio alla didattica a distanza, che ha accompagnato gran parte delle lezioni dello scorso anno scolastico, ma le modalità di rientro dipenderanno dall’andamento dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19 nel Paese. Al momento i dati sono positivi. Non è possibile, tuttavia, escludere una nuova ondata in autunno. Il raggiungimento dell’immunità di gregge, infatti, è ancora lontano. I numeri delle vaccinazioni tra insegnanti e collaboratori scolastici, in particolare, sono troppo bassi. È per questa ragione che potrebbe arrivare l’obbligo vaccinale anche per queste categorie, come avvenuto per medici e operatori sanitari.
Il problema è stato messo in evidenza da Francesco Figliuolo. Al momento, tuttavia, la volontà è quella di persuadere gli insegnanti ad aderire alla campagna di vaccinazione, che è per loro accessibile ormai da diversi mesi. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, da parte sua, ha scritto direttamente alle Regioni e alle Province per richiedere interventi mirati a trovare la quota di personale (in media il 15%, con differenze da regione a regione) che non ha ancora aderito alle iniziative di somministrazione dei sieri. Per coloro che devono ancora ricevere le dosi saranno attivate corsie preferenziali, anche tramite l’aiuto dei medici di base. Un “sì” all’obbligatorietà, intanto, è arrivato da parte di Dirigenti scuola. La questione, tuttavia, sta dividendo la popolazione.
“Proporrei l’obbligatorietà per quegli insegnanti che non si sono ancora immunizzati come per i medici. Se una persona costituisce un pericolo sociale deve essere allontanata. Stesso discorso vale per gli studenti: i vaccini salvano le vite, di tutti. Quindi bene all’immunizzazione per la fascia che va dai 12 ai 16 anni diciamo basta alla didattica a distanza: la socialità è alla base dell’istruzione. Il Covid ha già costretto i nostri ragazzi al distanziamento sociale per troppo tempo, quindi l’anno scolastico deve iniziare in presenza e in sicurezza: basta dad”. A dirlo è stato Attilio Fratta. Il presidente nazionale di Dirigenti scuola quest’oggi è stato in prima linea di fronte al ministero dell’istruzione nel corso di un sit-in di protesta in cui è stato chiesto un tavolo urgente per discutere della questione. A sostenere tale ipotesi è anche Luca Zaia, governatore del Veneto.
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Non mancano, tuttavia, coloro che sono contrari all’istituzione della obbligatorietà del vaccino per insegnanti e studenti in vista della ripresa della scuola. Uno tra questi è sottosegretario all’istruzione, Rossano Sasso, il quale ha preso le distanze dall’ipotesi. “In Italia l’obbligo non esiste”, ha ribadito. La diatriba, tuttavia, non sembrerebbe essere destinata a placarsi in breve. D’altra parte, è già una corsa contro il tempo. Per immunizzare con entrambe le dosi tutto il personale scolastico e gli alunni, infatti, sarebbe necessario cominciare già da adesso. Inoltre, resterebbe il problema relativo a coloro che hanno meno di dodici anni. Al momento, infatti, nessun siero è stato autorizzato per tale target.
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