Siria, bambini vittime del conflitto: almeno 10 nell’attacco a due scuole

Nonostante il cessate il fuoco e le raccomandazioni di Save the Children, in Siria i bambini pagano il prezzo più alto della guerra

L’immagine di una bambina siriana, diffusa dal sito di Save the Children

Ci sono almeno 10 bambini tra le vittime degli attacchi in Siria nord-occidentale dall’inizio di giugno, altri 6 sono rimasti feriti in un totale di 11 attacchi avvenuti nella zona. La notizia è stata diffusa dall’organizzazione internazionale a tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Save the Children.

I minori erano tutti di età compresa tra i 5 e i 14 anni. Tra le vittime anche un infermiere dell’organizzazione Violet, partner di Save the Children, che è rimasto ucciso insieme alla moglie e tre dei loro quattro figli nella loro abitazione. Due diversi bombardamenti hanno colpito due scuole a sud di Idlib, distruggendo un’area giochi per bambini e facendo crollare il soffitto di un’aula.

Una insegnante di uno degli istituti colpiti dagli attacchi racconta: “Fortunatamente gli studenti non erano all’interno della scuola quando è stata colpita perché il numero di bambini uccisi e feriti sarebbe stato ancora più alto. Il soffitto ora è distrutto. È impensabile che i bambini qui vadano a scuola senza sapere se a fine giornata saranno vivi”.

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Siamo addolorati per la morte di uno degli infermieri che lavorava con un nostro partner e per la morte di tre dei suoi figli” dichiara Sonia Khush, responsabile di Save the Children per la risposta in Siria. “La perdita di vite umane in questo conflitto è devastante. I bambini e i giovani siriani continuano a sopportare il peso di un conflitto apparentemente senza fine pagando con il loro futuro. Tutte le parti in conflitto devono aderire immediatamente e completamente al cessate il fuoco concordato lo scorso anno per proteggere i bambini e i civili e bisogna porre fine alle gravi violazioni commesse contro individui innocenti. Le necessità dei bambini nel nord-ovest della Siria non sono mai state così tante e le continue violazioni del cessate il fuoco minacciano ulteriormente il loro accesso all’assistenza umanitaria, compreso l’accesso a un’istruzione sicura, a un rifugio sicuro e ai servizi di base in un momento di crisi economica e sanitaria

Le violenze crescenti sono una continua violazione del cessate il fuoco concordato nel marzo dello scorso anno per la Siria nord-occidentale, in conflitto da 10 anni, come sottolineato da Save the Children. Inoltre, nell’ultimo mese sono state colpite almeno tre scuole e un ospedale. Queste violenze non solo minano il cessate il fuoco ma aggravano ulteriormente la terribile situazione umanitaria di migliaia di persone che di recente hanno dovuto abbandonare le proprie case, di cui oltre 3000 in soli due giorni a metà giugno.

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Secondo un recente rapporto dell’organizzazione, i livelli di fame in Siria sono aumentati del 56% tra il 2019 e la fine del 2020, con due persone su tre nel paese che necessitano di cibo o mezzi di sussistenza, mentre il mondo sta affrontando la più grande crisi alimentare del 21° secolo. Per questo motivo Save the Children ha lanciato un appello in cui esorta tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario ed evitare un’ulteriore escalation delle violenze.

L’Organizzazione chiede inoltre alle parti in conflitto di evitare di prendere di mira scuole e infrastrutture civili e di garantire la sicurezza e la protezione dei bambini. Invita, poi, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a votare questa settimana per autorizzare nuovamente l’assistenza transfrontaliera al fine di garantire a tutti i bambini l’accesso all’istruzione e all’assistenza di cui hanno bisogno.

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