A lanciare l’allarme sui rischi dei festeggiamenti per gli Euro 2020, tra i tanti esperti, anche l’infettivologo Massimo Andreoni, che in un’intervista a la Repubblica mette in guardia: “Tutti ammassati, a cantare e gridare senza mascherina. È il massimo che si può fare per trasmettere il virus”.
Sale l’attesa della finale Euro 2020 e, contemporaneamente, si moltiplicano gli appelli degli esperti: è necessario prestare attenzione – per quanto possibile – alle misure anti-contagio. Il rischio è quello di abbassare la guardia proprio nel momento di espansione della variante Delta. A ribadirlo in un’intervista a la Repubblica è anche Massimo Andreoni, direttore dell’unità malattie infettive di Tor Vergata, che commenta la folla riversatasi nelle piazze romane dopo la vittoria degli Azzurri in seminifinale: “Tutti ammassati, a cantare e gridare senza mascherina. È il massimo che si può fare per trasmettere il virus”.
Difficile mantenere alta la guardia dopo quasi due anni di chiusure, prudenza e misure anti-contagio, ma va fatto, almeno in virtù dei possibili assembramenti che potrebbero crearsi durante la finale: “Comprendo la loro grande gioia e capisco che non ne possano più, come tutti noi, ma c’è un’epidemia che ha causato, e causa, tante morti in Italia e nel mondo, non possiamo dimenticarlo”. Ma il problema – dice Andreoni – non è legato solamente ai festeggiamenti per gli Euro 2020. Il problema è generalizzato e riguarda quasi una rimozione della percezione del rischio di contagio: “Vediamo assembramenti senza mascherina tutte le sere. Ma c’è un problema più grande: noi oggi ci dobbiamo preparare per l’autunno, stiamo facendo una grande battaglia e il rischio è vanificarla. Non voglio drammatizzare, ma dobbiamo considerare che con atteggiamenti spericolati mettiamo in pericolo la vita altre persone”.
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Andreoni cerca allora di rintracciare il perché di questi atteggiamenti, oltre alla comprensibile stanchezza. “La verità è che si danno talmente tante informazioni ondivaghe che le persone sono disorientate. Dire che all’aperto si può stare senza mascherina è giusto, ma lo si può fare in assenza di rischio: un conto è se cammino per strada da solo, un conto è se sto in mezzo alla gente. Quando si parla alle persone in termini generali bisogna stare attenti ai messaggi che si mandano e che vengano compresi”. Nel caso in cui queste incomprensioni diventassero pericolose, a rischio ci sarebbero per lo più ultra 60enni non vaccinati. Per questo, ripete Andreoni, è importante vaccinare e monitorare.
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“È vero che oggi c’è un numero maggiore di persone protette dal vaccino, ma se le persone ancora scoperte si sono salvate da un virus meno trasmissibile, sarà difficile scampare a questo più trasmissibile. E rischiano di tornare a pesare sugli ospedali, e portarci altri morti”. Ed è importante farlo in fretta, perché il rischio è sempre dietro l’angolo: “Quanto alla variante Delta, è un momento delicato. I dati che arrivano dagli altri paesi dimostrano che nonostante i vaccini e la modesta circolazione del virus, la ripresa dei casi è sempre dietro l’angolo. Quello che sta accadendo in Inghilterra (ieri 29mila casi) accadrà in Italia, siamo nella stessa situazione. Se da una parte ostacoliamo il virus con la vaccinazione ma dall’altra lo facciamo girare, offriamo al virus più possibilità di mutare, per resistere al vaccino: è una sorta di selezione naturale“, conclude.
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