Forte calo dell’arrivo di passeggeri e merci nei porti della Sicilia occidentale nell’anno orribile del Covid. Le aziende vanno ai ripari
Anno orribile anche per i trasporti marittimi a causa del Covid, quello appena trascorso. A pagarne le spese soprattutto i porti della Sicilia Occidentale, dove il numero container arrivati nei porti è calato del 10 per cento (23.874 del 2020 contro i 26.769 del 2019) mentre il numero di passeggeri giunto nelle coste siciliane è sceso del 41 per cento (erano stati 3.148.944 nel 2019 e sono scesi a 1.856.456 l’anno successivo). Unico dato positivo è il trasporto su gomma, passato da 267.397 a 286.451 unità, con un incremento del 7,13 per cento.
Un dato interessante riguarda sicuramente le differenze emerse tra i porti della Sicilia occidentale (Palermo, Termini, Trapani e Porto Empedocle) con quelli di Catania e Augusta, dove è più forte la vocazione per le merci e dove il calo è stato significativo per i passeggeri (-80,34 per cento, dai 313.138 del 2019 ai 61.574 del 2020) ma quasi insignificante per i container (-1,59 per cento), passati da 63.179 a 62.177, mentre il traffico su gomma è rimasto pressoché invariato (+0,09 per cento), passando dai 305.811 nel 2019 ai 306.077 del 2020.
LEGGI ANCHE: Covid, Codacons: «Stop a invasione di tavolini in strada»
Le aziende hanno cercato di affrontare la crisi in diversi modi. Osp (Operazioni e servizi portuali), che si occupa dei servizi di terra a Palermo, Trapani e Termini Imerese, ha esportato le sanificazioni anche fuori dalle aree portuali, mantenendo in questo modo inalterati i livelli occupazionali; Portitalia ha invece avviato un percorso virtuoso che nei mesi scorsi è culminato con un centinaio di stabilizzazioni e altre 95 assunzioni in Clp, la Compagnia lavoratori portuali che fornisce lavoro in somministrazione.