La Ocean Viking di Sos Mediterranee, da inizio luglio, dopo le numerose operazioni di soccorso delle scorse settimane, sta ospitando a bordo 572 migranti sopravvissuti alle traversate. Un centinaio sono minori. L’allarme è arrivato attraverso l’organizzazione non governativa umanitaria che si occupa dei recuperi in mare dei clandestini. Si attende l’indicazione di un porto sicuro.
Le operazioni di recupero e assistenza dei migranti nel mar Mediterraneo non si interrompono da giorni. I clandestini arrivati nelle scorse settimane tramite i barconi sono migliaia. L’ultimo salvataggio – il sesto – è avvenuto nella notte al largo della Libia, che da parte sua continua a respingere gli arrivi. “Dopo oltre 5 ore di operazione, 369 persone sono state evacuate in sicurezza da una barca che ha rischiato più volte di ribaltarsi”. Lo ha annunciato Sos Mediterranee, una organizzazione non governativa umanitaria che si occupa dei soccorsi. Anche in Italia, intanto, tra Lampedusa e Marettino, proseguono gli sbarchi.
L’allarme su Ocean Viking
La situazione relativa alla gestione degli arrivi da parte delle Ong, che non ottengono aiuti dai Governi e dall’Europa, è drammatica. Da inizio luglio la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee ospita a bordo ben 572 migranti sopravvissuti alle traversate nel mar Mediterraneo. Gli esponenti dell’organizzazione, a questo punto, attendono l’indicazione di un porto sicuro per potere condurre a terra i migranti attualmente sul mezzo. Di questi, 369 sono stati recuperati nella notte al largo della Libia, mentre altri erano stati salvati e soccorsi nelle ore precedenti. Un centinaio sarebbero minori. Un team di medici si sta occupando di prestare le cure necessarie ai clandestini.
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Dopo oltre 5 ore di operazione, 369 persone sono state evacuate in sicurezza da una barca che ha rischiato più volte di ribaltarsi.
572 sopravvissuti sono ora a bordo della #OceanViking. pic.twitter.com/oL6vsgHnev— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) July 5, 2021
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In una condizione ancora più complessa, è la Geo Barents di Medici senza frontiere, che il 2 luglio scorso è stata bloccata dalla Guardia costiera ad Augusta, dove si trovava da metà giugno, quando era approdata al porto con 410 migranti tratti in salvo. Sono state, infatti, contestate ben ventidue violazioni al termine di una lunga ispezione. La Ong ha chiesto alle autorità italiane “il rilascio tempestivo” della nave di ricerca e soccorso “come previsto dalle procedure esistenti” al fine di poter tornare in mare il prima possibile. Gli stati e le istituzioni europei, si legge in un comunicato, “devono porre fine al più presto al loro supporto politico e materiale alla guardia costiera libica, che porta a un sistema di intercettazioni e ritorni forzati in Libia, ed indagare urgentemente su ogni segnalazione di respingimenti illegali”. Altre quattro navi umanitarie sono al momento bloccate: la Sea Eye 4, la Alan Kurdi, la Sea Watch 3 e la Sea Watch 4.