Marine Le Pen ha annunciato la nascita dell’Unione dei patrioti europei attraverso una dichiarazione comune sull’avvenire dell’Ue. La dichiarazione è stata firmata da diversi leader politici di destra, come l’ungherese Viktor Orban, il polacco Jaroslaw Kaczynski, il leader spagnolo di Vox Santiago Abascal. Tra i firmatari, anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Soprattutto l’adesione della Lega sta causando non poche tensioni nel partito e in maggioranza. Ma cosa prevede il manifesto sovranista?
Un fronte unito di destra all’interno del Parlamento europeo: è questo lo scopo del progetto annunciato da Marine Le Pen. La nascita dell’Unione dei patrioti europei è stata annunciata attraverso una dichiarazione comune sul futuro dell’Ue, firmata da Le Pen, dall’ungherese Viktor Orban, dal polacco Jaroslaw Kaczynski, dal leader spagnolo di Vox Santiago Abascal e da altre dieci forze politiche europee. Il manifesto sovranista è stato firmato anche dagli italiani Giorgia Meloni e Matteo Salvini, causando non poche tensioni, soprattutto nel fronte della Lega, appartenente a una maggioranza Draghi fortemente europeista e moderata. Tant’è che non si è fatto attendere l’attacco da parte del Pd, che ha accusato il Carroccio di voler tenere un piede su due staffe: non può stare con Orban e con Draghi allo stesso tempo, dicono i dem. Ma quali sono i contenuti del manifesto sovranista sottoscritto, nello specifico?
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Il carattere dell’alleanza
Lo scopo del manifesto e del gruppo nascente al Parlamento non è più l’uscita dall’Ue, ma la creazione di un percorso opposto “al percorso federalista che la allontana inesorabilmente dai popoli che sono il cuore vibrante della nostra civiltà“, scrive Marine Le Pen. Lo scopo dei leader e delle forze politiche aderenti è allora difendere l’idea di un’Europa “rispettosa dei popoli e delle nazioni libere”, giudicando inaccettabile che “i popoli siano sottomessi all’ideologia burocratica e tecnocratica di Bruxelles che impone norme in tutti gli ambiti della vita quotidiana“. Per questo, secondo Le Pen, “l’accordo di oggi è il primo passo verso la costituzione di una grande alleanza al Parlamento europeo”. Un gruppo parlamentare sovranista potrebbe raccogliere fino a 115 deputati a Strasburgo, candidandosi a diventare la terza formazione dopo popolari e socialdemocratici. Una svolta non da poco, consentita soprattutto dall’adesione di Orban e del suo partito Fidesz che, abbandonato il Ppe, può ora rivolgersi senza indugi ai rappresentati dell’ultradestra europea. Ma quali sono i caratteri di questa alleanza?
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Manifesto sovranista: chi sono gli amici e i nemici
Nel documento si legge: “L’uso delle strutture politiche e delle leggi per creare un Superstato europeo è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza. L’iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni della Ue ha portato allo sviluppo di una pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico. Siamo convinti che la cooperazione delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell’eredità giudaico-cristiana dell’Europa. Riaffermiamo la nostra convinzione che la famiglia è l’unità fondamentale delle nostre nazioni. La politica a favore della famiglia dovrebbe essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa”. Insomma, nel documento riecheggia quella triade che, soprattutto in Italia, abbiamo conosciuto bene (Dio, patria e famiglia). Il nemico è subito chiaro: i cosiddetti “mondialisti ed europeisti” che – dicono da destra – appartengono alle élite di comando, e vogliono “accrescere il potere delle istituzioni europee“.
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Il paradosso italiano
Ma se la posizione di Le Pen appare coerente con il suo posizionamento in Francia, in Italia la questione è un po’ differente. Matteo Salvini è a capo di un partito che fa parte della maggioranza di sostegno al governo Draghi, salvatore dell’euro, alleato di Macron, degli europeisti e delle forze moderate. Non solo: Salvini, all’interno del fronte di centrodestra italiano, è alleato con Forza Italia (partito fortemente europeista e liberale, anche lui in maggioranza) e con Fratelli d’Italia (partito sovranista, di estrema destra e all’opposizione). Insomma, la Lega in Italia trae beneficio dal fronte moderato di centrodestra, governando insieme a Forza Italia; e in Europa recupera il secondo alleato di estrema destra, entrando con Fratelli d’Italia nel progetto lanciato da Marine Le Pen.
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Come se non bastasse, le contraddizioni non riguardano esclusivamente il piano europeo, nazionale, di coalizione, ma attraversano la Lega stessa. Parte del partito guidato da Salvini, infatti, non sarebbe pronto a gettarsi tra le braccia di Le Pen. La tensione interna appare dietro la risposta del ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, che sul manifesto mette le mani avanti: “Dico la verità, non ho fatto a tempo a leggerlo. La cosa è stata curata da Lorenzo Fontana che è il responsabile esteri che ha preso il mio posto.
Siccome lo conosco ed è una persona per bene credo che abbia lavorato per fare dei passi in avanti. Quindi non credo che abbia fatto una cosa sbagliata”. Una frase che potrebbe non significare nulla, se non sapessimo che Giorgetti fu lo stesso a auspicare un’interlocuzione con il Ppe, affermando: “La Lega dovrà avviare un movimento verso il centro, oppure correrà il rischio di essere annientata”. Il consiglio è stato ascoltato da Salvini in Italia, con sollievo di Giorgetti. Mancava l’Ue, e ora la posizione del Carroccio sembra inequivocabile: la direzione è opposta.