Il gelo tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte prosegue, gli appartenenti al M5s si schierano e – con ogni probabilità – all’interno del Movimento ci si attrezza per affrontare la resa dei conti finale. Difficile dire con certezza che piega prenderà la vicenda, ma intanto un fattore sembra sempre più evidente: ricompattare le fila della forza politica, dopo uno scontro così violento, appare sempre più difficile. Ecco gli ultimi aggiornamenti.
Le evoluzioni sono tante, tutte contraddittorie, tutte caotiche: dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte, nella quale l’ex premier chiedeva a Grillo di consentire la votazione su piattaforma del nuovo statuto, tutto è deragliato. Beppe Grillo ha risposto con un post durissimo, ribadendo pochi ma cristallini concetti: i problemi del M5s vanno risolti risalendo alla radice della crisi politica, non offrendo un nome in grado di risolvere dall’alto le contraddizioni nelle quali è incappato il Movimento; oltretutto – dice Grillo – Conte non sarebbe neanche il volto giusto, perché “non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”. A quel punto, tutto – se possibile – è andato ancora peggio. Conte a sua volta ha risposto affermando di aver preso atto della decisione di Grillo di svolgere il ruolo di padre padrone, e poi avrebbe ribadito: “Questo progetto politico evidentemente non lo voglio tenere nel cassetto, perché non può essere la contrarietà di una singola persona a fermare questa proposta politica che ritengo ambiziosa e utile anche per il Paese”. Che fare dunque?
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Grillo, all’interno del post, avrebbe anche comunicato come procedere per uscire dall’impasse: l’idea iniziale era di procedere alla votazione per eleggere un Comitato direttivo capace di traghettare il Movimento fuori dalla crisi, fornendogli una nuova linea politica. E qui un’ulteriore sorpresa: per Grillo la votazione sarebbe dovuta avvenire su Rousseau perché, in assenza del nuovo statuto, la votazione su qualsiasi altro tipo di piattaforma sarebbe stata invalidata. Oggi arriva un nuovo annuncio sulla votazione per il Comitato direttivo ma anche in questo caso nulla è andato come preannunciato. A lanciarlo è Vito Crimi, che contemporaneamente lancia anche il nuovo Blog del Movimento, movimento5stelle.eu. Il nuovo portale presenta al momento tre sezioni: l’Homepage, le notizie e la pagina ‘trasparenza’ dove sono pubblicati gli statuti, i bilanci dei gruppi parlamentari e i rendiconti dei vari comitati. Spunta sul sito anche il pulsante ‘Vota’, che diventerà operativo in caso di consultazioni. Ad anticipare le prime informazioni sul funzionamento è lo stesso Crimi: “Come richiesto dal Garante, Beppe Grillo, è indetta la votazione per il Comitato Direttivo del Movimento 5 Stelle. Nei prossimi giorni saranno pubblicate le modalità e i tempi di presentazione delle candidature attraverso la nuova piattaforma di gestione degli iscritti e le date di svolgimento delle votazioni sulla nuova piattaforma di voto“.
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Su tutto il resto, poi, restano numerose ombre. Il timore che ha attraversato un po’ tutta la base parlamentare e le forze di maggioranza è principalmente uno: cosa accadrebbe in caso di scissione del M5s? Le fila contiane inizierebbero a remare contro le operazioni di governo o continuerebbero a collaborare? Come cambierebbe lo scacchiere in vista dell’elezione del presidente della Repubblica? E le amministrative? E la presunta alleanza con il Pd? Le domande si accalcano, ma lo spettro della scissione aleggia sempre più sopra il Movimento. A scacciarlo, la costante opera di mediazione di Di Maio e Fico, che ancora non si arrendono. “La ricomposizione è l’unica strada“, ripete il ministro D’Incà, fa eco Virginia Raggi. Lo stesso Di Maio si sarebbe recato a casa di Conte per un colloquio di un’ora e, stando al Corriere, avrebbe fatto di tutto per invitare Conte a scongiurare un’esplosione del gruppo parlamentare. L’ex premier non si sarebbe sbilanciato troppo, probabilmente spaccato tra la voglia di farsi protagonista di un progetto politico e la consapevolezza della difficoltà di creare un nuovo progetto politico, a prescindere dal Movimento. D’altra parte, però, il tempo c’è, prima delle elezioni del 2023. Il problema è che potrebbe rappresentare un vantaggio e uno svantaggio allo stesso tempo: Conte avrebbe tutto il tempo necessario per strutturare la sua forza politica, ma a quel punto godrà ancora di quel tesoretto di consensi che è riuscito a difendere fino ad oggi?
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