Air Italy, salvati 1450 posti di lavoro. Raggiunto l’accordo sindacale

La cassa integrazione per Air Italy è stata prorogata sino al 31 dicembre 2021, scongiurando, almeno temporaneamente, licenziamenti collettivi

I rappresentanti aziendali di Air Italy hanno dato l’ok alla possibilità per i 1.450 dipendenti della ex-Meridiana di accedere alla cassa integrazione per altri sei mesi, fino al 31 dicembre 2021, scongiurando per ora i licenziamenti collettivi. Esulta la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde: ”E’ un risultato importante che consentirà di mantenere i lavoratori protetti in mesi fondamentali per la ripresa del settore aereo duramente colpito dalla pandemia” afferma in una nota.

Per il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito, “ora bisogna fare presto e lavorare congiuntamente in maniera serrata con Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Regioni Sardegna e Lombardia, azienda e liquidatori per trovare una soluzione industriale e garantire un futuro ai lavoratori ed alle rispettive famiglie”.

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Soddisfazione dei sindacati che però mettono in guardia, il contenzioso non è finito. “Si riapre il dubbio del gravoso destino di ripresa. Il viaggio di questi sventurati, verso la salvezza del posto di lavoro riprende a bordo della stessa mongolfiera in balia dei venti, ma stavolta, sbattuta da una tempesta che potrebbe farla precipitare in un pericoloso dimenticatoio” affermano il segretario generale della Fit Cisl sarda Ignazio Lai e il coordinatore regionale Trasporto Aereo, Gianluca Langiu.

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Nel breve periodo di sei mesi, fra l’1 di luglio e il 31 dicembre di quest’anno, bisogna assolutamente, evitare molti ostacoli, quali la decadenza delle alte professionalità a causa della scadenza delle certificazioni professionali del personale navigante che sono legate all’esercizio delle loro mansioni – aggiungono – la lunghissima burocrazia regionale e nazionale per la formalizzazione di una Compagnia del trasporto aereo che soddisfi le esigenze degli spostamenti da e per la Sardegna in continuità territoriale tutto l’anno e non solo per le stagioni turistiche e l’annoso problema della mancanza dei collegamenti diretti in continuità territoriale (CT2) con le città più importanti per il pendolarismo dei Sardi verso gli ospedali di Verona, Torino, Bologna, Napoli”. Secondo Lai e Langiu, inoltre, bisognerebbe superare “i vincoli che permettano alla Compagnia Italiana l’allargamento del raggio d’azione con le tratte battute da altre compagnie“.

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