Donald Rumsfeld, ex segretario alla Difesa Usa, è morto all’età di 88 anni. A riportare la notizia è la famiglia stessa: “La storia potrebbe ricordarlo per i suoi straordinari risultati, ma per coloro che lo hanno conosciuto meglio, ricorderemo il suo amore incrollabile per sua moglie Joyce, la sua famiglia e i suoi amici, e l’integrità che ha portato a una vita dedicata al Paese“, si legge in una nota della famiglia. Ma chi era Donald Rumsfeld?
“È con profonda tristezza che condividiamo la notizia della scomparsa di Donald Rumsfeld, statista americano e marito devoto, padre, nonno e bisnonno. A 88 anni, era circondato dalla famiglia nella sua amata Taos, nel New Mexico“, scrive in una nota la famiglia dell’ex Segretario alla Difesa Usa. Rumsfeld – ribadisce la famiglia nella nota – “forse passerà alla storia per i suoi straordinari successi in oltre sei decenni di servizio pubblico, ma per chi lo conosceva meglio e la cui vita è stata cambiata per sempre, ricorderemo il suo amore incrollabile per sua moglie Joyce, la sua famiglia e i suoi amici e l’integrità che ha portato a una vita dedicata al suo paese“. Ad esprimere il suo cordoglio anche George W. Bush, che con queste parole commemora la scomparsa di colui che fu il suo Segretario alla Difesa: “Siamo in lutto per la morte di un servitore pubblico esemplare e di una persona davvero per bene. Un uomo intelligente, integro e dall’energia inesauribile che non ha mai evitato decisioni difficili e non si è mai sottratto davanti alle responsabilità“. Ma chi era Donald Rumsfeld?
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Difficile dirlo, di certo fu un uomo divisivo: alcuni credono che fu un grande scudo a difesa degli Stati Uniti, un uomo di Stato inflessibile nei confronti del terrorismo; altri credono che fosse invece l’uomo alla base delle decisioni più controverse della Casa Bianca. Rumsfeld conseguì una laurea a a Princeton e a Georgetown, e subito dopo entrò in politica a soli 25 anni, nel ’57, come assistente amministrativo di un deputato del Congresso. Rumsfeld era pilota d’aereo e istruttore aeronavale, congedato con il grado di capitano, quando nel ’62 entrò a Capitol Hill, eletto alla Camera come deputato repubblicano dell’Illinois. Un ruolo per il quale fu riconfermato nel ’64, nel ’66 e nel ’68. Nel corso di quegli anni Rumsfeld si distinse come figura di spicco del partito repubblicano, al fianco di George W. Bush. E colui che veniva chiamato il “John Fitzgerald Kennedy repubblicano” effettivamente restò al fianco di Bush, con cui lavorò dal 2001 al 2006, dopo aver ricoperto incarichi altrettanto importanti nelle amministrazioni guidate da Richard Nixon e Gerald Ford, e dopo aver ricoperto l’incarico di inviato speciale in Medio Oriente per Ronald Reagan.
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Il punto di svolta, però, ci fu in corrispondenza dell’11 settembre 2001: con l’annuncio della guerra al terrore in Afghanistan, Donald Rumsfeld fu riconosciuto da molti come la vera mano dietro il contrattacco al terrorismo. E fu riconosciuto anche come colui che diede il via alle torture, in violazione ai diritti umani. Rumsfeld fu la mente dietro la teoria della “guerra preventiva”, una teoria che lo portò a essere tra i promotori dell’invasione in Iraq, nel 2003: l’invasione ebbe luogo proprio sulla base del sospetto che il regime di Saddam possedesse armi di distruzione di massa. Un’accusa poi risultata infondata.
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