Antonio Giuseppe Baldan, imprenditore del settore beauty, continuava a evadere le tasse. Il debito era arrivato a 19 milioni.
Una falla nel sistema fiscale italiano gli ha permesso di continuare a evadere il fisco nonostante fosse agli arresti domiciliari. E’ quanto compiuto da Antonio Giuseppe Baldan, imprenditore milanese, sottoposto a ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari eseguita oggi dalla Gdf di Lecco per reati di bancarotta e fiscali.
“Ha posto in essere un articolato modello operativo che gli ha consentito di svolgere l’attività di impresa per oltre un decennio incentrata sull’omesso versamento delle imposte e dei contributi, eludendo i controlli delle preposte autorità amministrativo fiscali e giudiziarie” scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi.
Baldan non avrebbe agito da solo, ma si sarebbe “avvalso della costante collaborazione“ di Sandro Sansoni e di Maria Liliana Tondi, arrestati anche loro, “impartendo specifiche disposizioni anche allo scopo di garantire alle varie operazioni illecite poste in essere un’immagine di apparente regolarità“.
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La “professionalità” dimostrata da Baldan, spiega il giudice, “e dai suoi collaboratori nel commettere i reati contro il patrimonio e contro l’erario e la capacità di reinvestirne i profitti illeciti, con il concorso e la collaborazione di altri soggetti, portano a ritenere concreto il pericolo che gli indagati in forza del sistema illecito radicato messo in atto possano commettere altri delitti della stessa specie“.
Perr sfuggire alle tasse, Baldan avrebbe creato società estere nel Regno Unito, Olanda, Svizzera e Germania. L’uomo avrebbe utilizzato i soldi evasi al fisco per fare la bella vita, comprando un’imbarcazione, in particolare un “taxi veneziano”, una moto, ma anche pagato trattamenti estetici per l’ex moglie e viaggi per i figli. Gli illeciti erano iniziati nel 2013 tramite una società su cui gravavano debiti fiscali per oltre 12 milioni di euro. Per Baldan si sarebbe arrivato a un debito col Fisco e previdenziali per oltre 19 milioni.
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Baldan, nonostante i debiti, si vantava al telefono di non avere subito “nessun sequestro“. “Ormai m’hanno condannato, farò la mia condanna eh punto (…) tanto che a un certo punto m’han quasi convinto e versavo, avrò fatto qualche mese 5.000 euro, due o tre mesi, poi ho detto no no c… verso 5.000 a fare dico, tanto che ne verso cinque o mille, bastan 1000” si legge nelle intercettazioni. Neppure le istanze di fallimento avanzate nei confronti delle due società al centro dell’indagine, segnala il gip, “hanno rappresentato un deterrente per Baldan“, socio di maggioranza ed amministratore unico dal 1984 al 2013 della B&B GROUPS srl e socio al 10% della B&M srl e amministratore unico dal 2002 al 2018.
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