Chiara Gualzetti, la sedicenne accoltellata in un’altura nel parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, nel Bolognese, è stata uccisa da un coetaneo. I due si conoscevano, il suo assassino ha dichiarato “sentivo un demone” ma il legale della famiglia Gualzetti ha ora precisato che non c’era follia ma lucida premeditazione
“C’è la premeditazione che è un elemento da non sottovalutare, è una condotta che definirla disumana è poco, è un atto di ferocia pianificato e concepito prima, studiato e sviluppato in tutte le sue dinamiche”. Lo ha detto l’avvocato Giovanni Annunziata, che assiste la famiglia di Chiara Gualzetti, che ha inoltre aggiunto: “Non c’è follia. Dalla ricostruzione degli eventi una persona cha ha la lucidità di cancellare le chat, di tornare a casa e di rispondere al cellulare come se nulla fosse accaduto è poco compatibile con la follia”. “Sicuramente Chiara si fidava di lui. È praticamente un amico di famiglia. Un ragazzo che ha fissato un appuntamento, come mi raccontava il padre ieri sera, è andata a prenderla a casa. Quale migliore condizione di serenità per un genitore sapere che la figlia va a fare un giro accompagnata da un amico. Se questa è la premessa nessun genitore potrebbe mai immaginare un epilogo di questo tipo. È disumano immaginare una cosa del genere. Non è un comportamento umano”.
“È un atto che non può essere assolutamente commentato, se non con il capo di imputazione. Per fortuna il capo di imputazione ripercorre in modo preciso la condotta dell’indagato – ha aggiunto il legale – Ci sono delle aggravanti rassicuranti per le persone danneggiate, in questo caso i genitori”. L’avvocato Annunziata ha proseguito sottolineando che “non si tratta di un colpo di pistola, di una azione che ha una durata diversa da un atto singolo, e la cosa più significativa è anche la condotta successiva, aver cancellato i messaggi, aver cercato di normalizzare una vicenda che va qualificata come un atto di disumana ferocia. La cosa necessaria è fare giustizia rispetto ad una bambina di 15 anni che per ragioni incomprensibili non ha avuto il diritto di vivere”, ha concluso.
“Non ritengo che sia superflua una perizia psichiatrica. Perché se questa può essere un’alternativa difensiva è meglio affrontare subito il tema e sbrogliare il campo da dubbi. Non credo che sia controproducente anzi può darsi che con una perizia psichiatrica si evitino vie di fuga difensive che possono spostare l’asse dell’attenzione investigativa su aspetti che ritengo siano assolutamente irrilevanti. La rilevanza di questa vicenda è legata alla ferocia e all’efferatezza”. Ha aggiunto l’avvocato Giovanni Annunziata.
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“Sono ancora in una bolla”. Lo ha detto la madre del ragazzo indagato per l’omicidio di Chiara Gualzetti. La donna è entrata al centro di giustizia minorile del Pratello, dove è in corso l’udienza di convalida del fermo. “Non so come sta mio figlio”, si è limitata ad aggiungere prima di entrare.
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